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Il cambiamento climatico sta sconvolgendo le vite di allevatori e coltivatori: gli scatti del World Press Photo

Gli alpaca sono destinati a sparire dalle montagne del Perù? Il prosciugamento del fiume Colorado farà migrare delle popolazioni autoctone dai loro territori? Queste sono alcune delle domande che si sono posti i fotografi che hanno vinto alcune delle sezioni speciali del World Press Photo, il più importante concorso mondiale di fotogiornalismo. La Giornata Mondiale della Terra, che si celebra ogni anno il 22 aprile, è un’occasione ideale per riflettere su quanto siano profonde già oggi le conseguenze del cambiamento climatico su un’enorme percentuale della popolazione mondiale, in particolare su quella che vive nella fascia tropicale del globo. Tra i progetti premiati al World Press Photo – ventiquattro vincitori e sei menzioni d’onore scelti tra oltre sessantamila foto e video, realizzate da quasi quattromila partecipanti – ce ne sono due che analizzano l’impatto del global warming sugli allevatori di alpaca nelle Ande e sulle persone che vivono sul corso del fiume Colorado che attraversa Stati Uniti e Messico.

Sommario Rapido dei Contenuti mostra

The Dying River

Il fiume Colorado scorre per oltre duemila kilometri dalle cime innevate delle Rocky Mountains fino al Golfo della California, attraversando l’ovest degli Stati Uniti e la parte nord-ovest del Messico. Da oltre quarant’anni il fiume si sta prosciugando nel deserto di Sonora e a stento arriva al suo Delta in Messico.

Parte della colpa è del massicciò utilizzo di acqua per la coltivazione e la deviazione del corso del fiume per rifornire grandi città come Phoenix e Las Vegas. Al giorno d’oggi 44 milioni di persone dipendono dalle forniture di acqua dal fine Colorado, che a causa della diminuzione delle nevicate sulle Rocky Mountain e dalla siccità continuativa sugli stati occidentali – entrambe provocate dal cambiamento climatico –  sta vivendo una crisi idrica dalla difficile risoluzione.

 

 

La crisi sta influenzando anche diverse comunità che vivono lungo il fiume, come mostrano le foto di Jonas Kakó, che catturano la quotidianità alterata delle persone di El Mauro, in una riserva indigena nel deserto messicano. Già da molto prima dell’arrivo dei colonizzatori del Nord America, la popolazione dei Cocopah – letteralmente la gente del fiume – viveva utilizzando il fiume come principale fonte di sostentamento. Ora che la pesca fornisce loro poco e nulla sono costretti a provare a trovare lavoro nel settore dell’agricoltura intensiva, che però allo stesso tempo è una delle cause che provoca l’inaridimento del fiume.

La zona del delta del Colorado, che una volta aveva una ricca e variopinta fauna, ora è un arido deserto salato, dal momento che il mare si è infiltrato nella zona allontanando quasi tutte le specie preesistenti. Un ulteriore problema è quello delle api, colpite dal caldo e dalla scarsità di acqua. La specie – che tra il 2019 e il 2020 ha perso il 43,7% delle sue colonie negli Stati Uniti – è indebolita dall’aumento della temperatura media e devono essere aiutate dagli apicoltori per riuscire a sopravvivere.


Alpaqueros

Quello di Alessandro Cinque, fotografo originario di Orvieto che ha realizzato diversi progetti in America del Nord e del Sud, è un lavoro che testimonia le conseguenze del cambiamento climatico sulle vite di una comunità di Alpaqueros, gli allevatori di alpaca, in Perù. Il servizio con cui Cinque ha vinto nella categoria storie in Sudamerica è stato pubblicato sul numero di dicembre e gennaio di Marie Claire Italia.

Una serie di scatti, frutto di diversi anni di lavoro, che raccontano la storia di donne peruviane allevatrici di alpaca che rischiano la vita portando gli animali ad altitudini sempre più alte. Una scelta forzata dal cambiamento climatico, necessaria per mantenere vivo il commercio che sostiene le loro famiglie, in bilico tra sopravvivenza, tradizioni e sostenibilità.

La crisi climatica sta forzando gli allevatori a cercare nuovi pascoli in terreni sempre più impervi per gli alpaca, animali che possono sopportare l’elevata altitudine della Ande, dove i terreni da coltivabili sono pochi. Per questo, grazie alla loro preziosa lana, rappresentano la fonte primaria di sostentamento per intere comunità di allevatori, come nel caso dei Quechua, popolazione che vive in simbiosi con questi animali.

L’impatto della crisi climatica è enorme: le stagioni delle piogge si accorciano e diventano più intense, mentre i periodi più lunghi di siccità stanno decimando i pascoli naturali e riducendo la qualità dell’erba di cui gli alpaca si cibano, mentre i ghiacciai della zona, fondamentali per l’irrigazione dei pascoli, si stanno sciogliendo a una velocità preoccupante (dal 1962 al 2016 sono diminuiti del 53% di volume).

Per questo esiste un rischio concreto di perdita dell’intera identità culturale di queste popolazioni, costrette a spostarsi ancora più in alto con le mandrie di alpaca per cercare nuovi pascoli, mentre i più giovani lasciano questo stile di vita e si spostano per cercare lavoro.

Tra i lavori di ricerca più interessanti c’è quello che sta cercando di studiare il DNA degli alpaca per cercare di renderli o più resistenti al freddo, quindi alla vita ad altitudini maggiori, o più resistenti al caldo, visto che ad altitudine più basse si ammalano più frequentemente.

a cura di Maurizio Gaddi

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