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Trhe Best Chef Award approda ad Amsterdam

Ideato nel 2015 dall’italiano Cristian Gadau e dalla neuroscienziata polacca Joanna Slusarczyk, The Best Chef Award è un evento che mira a creare una think tank virtuale del mondo della gastronomia e del fine dining internazionale. Dopo un paio di anni dalla sua creazione è sopraggiunta l’idea di mettere in fila anche una classifica dei migliori chef del mondo e di farlo sfruttando le dinamiche delle piattaforme di condivisione, con una selezione – che si rende nota con una costante piccola fuga di notizie – fatta tra chef che da un continente all’altro segnalano e votano i colleghi fino a decretare il vincitore. Ma il progetto è ben più ampio della sola classifica, che pure ne rappresenta il momento più eclatante, e mira a riflettere sui temi caldi del settore, condividere istanze, soluzioni e informazioni, e mettere in contatto i protagonisti del mondo del cibo e il loro pubblico. Una comunità gastronomica che si incontra online e in presenza, con un appuntamento itinerante annuale che quest’anno, dopo l’edizione virtuale del 2020, tocca Amsterdam al grido di Back to “Live”. Back to reality. Tre giorni, tre aree, tre momenti e modi diversi per parlare di cibo e ristorazione e una serie di attività per avvicinare il gruppo di candidati, vincitori, giornalisti invitati ed esperti culinari ad Amsterdam e alla sua cultura.

The Best Chef: Food Meets Science

Uno dei pilastri della manifestazione è dato dall’approccio scientifico alla cucina cui è dedicata la prima giornata, un aspetto spesso lasciato in secondo piano rispetto a quello creativo, ma non per questo meno fondamentale: “La scienza è uno strumento straordinario per educare e comprendere meglio le cose nel mondo culinario” spiega Joanna Slusarczyk (non a caso neuroscienziata) che aggiunge “con questa conoscenza, agricoltori, produttori, chef e persino gli ospiti possono prendere decisioni migliori e più consapevoli su ciò che coltivano, come cucinano e cosa mangiano”. Due i temi caldi di questa giornata di studi che si anima anche con dei cooking show: uno – “Meat – no Meat” – è quello legato ai regimi alimentari, le nuove proteine animali, del consumo di carne e delle carni alternative, il secondo – Food and Space – apre alla nutrizione spaziale e alla sua evoluzione con astronauti, esperti e accademici per discutere del loro lavoro.

The Best Chef. Area Talks

L’appuntamento del 14 è dedicato alla riflessione su alcuni temi quanto mai pressanti in questo momento storico, in cui la ristorazione si confronta con una società profondamente cambiata dalla pandemia: quale sia il futuro del fine dining e quali sono le nuove tendenze, per esempio, è uno di questi: ne parlano Sven Elverfeld del ristorante Aqua, Manu Buffara del ristorante Manu, Gerhard Huber e Kaja Sajovic. Le criticità del mondo della ristorazione, con il sessismo, le condizioni lavorative, lo stress e le ripercussioni sulla salute mentale è un altro (ne parlano, tra gli altri, Michael van der Kroft del ristorante Tres, Syrco Bakker di Pure C e Jermain de Rozario di De Rozario). Si parla anche di sostenibilità e delle possibili soluzioni e strategie per andare in direzione di un approccio più in armonia con l’ambiente con Hannah van Zanten dell’Università di Wageningen, Joris Bijdendijk del ristorante RIJKS, Ana Roš di Hiša Franko, David Muñoz di DiverXO e Antonia Klugmann di L’Argine a Vencò e la giornalista Lisa Lesch Palmer dibatteranno su soluzioni entusiasmanti e innovative per un problema che colpisce tutti noi. Qual è la situazione generale della gastronomia? La cucina raffinata può essere sostenibile? Cosa possono fare i ristoranti per diventare più ecologici? I ristoranti dovrebbero usare meno carne e più verdure?

Spazio anche alla gastronomia olandese e alla sua evoluzione con Jonnie e Therese Boer di De Librije, Jan Jacob Boerma, Soenil Bahadoer di De Lindehof, Marleen Brouwer del ristorante De Loohoeve e Joël Broekaert – giornalista culinario olandese.

The Best Chef Award

L’ultima giornata, quella del 15 settembre, è quella in cui si svelerà la classifica di The Best Chef Award. 100 nuovi candidati di 35 paesi diversi (diversi nuovi grandi talenti del continente africano), 7 gli italiani in lizza (Ernesto Iaccarino, Nino Di Costanzo, Karime Lopez, Davide Oldani, Michelangelo Mammoliti, Giuseppe Iannotti, Nicola Fanetti), annunciati nei mesi scorsi un nome dietro l’altro, distillando annunci e aspettative in 100 giorni a partire dal 25 febbraio 2021. “Quest’anno abbiamo un gruppo di chef molto diversificato e interessante da tutto il mondo” dice Cristian Gadau “un gruppo che riunisce alcuni pesi massimi stagionati con una generazione più giovane di talenti che sicuramente farà rumore e porterà un cambiamento nel mondo della buona tavola negli anni a venire” . Chef capaci di rappresentare il presente e il futuro della gastronomia mondiale
La votazione, aperta il 6 giugno, coinvolge gli chef inclusi nella lista degli ultimi anni e i nuovi 100 candidati, oltre che un gruppo di professionisti indipendenti. Insomma. Gli chef sono chiamati a nominare il più bravo tra di loro.

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