Viticoltura, biodiversità e ospitalità sono i tre punti chiave che descrivono questa azienda adagiata sulle colline pisane: Fattoria Villa Saletta con l’annata 2018 del Chianti Superiore conquista i Tre Bicchieri per la prima volta.
Fattoria Villa Saletta: una storia lunga più di un millennio
Fino a qualche anno fa Villa Saletta era un grappolo di abitazioni abbandonate, ma di grande fascino, nella campagna pisana tra Palaia e Forcoli. I primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono addirittura al 980 a. C. e il borgo, durante la sua lunga storia, è appartenuto a quattro famiglie: i Gambacorta che ne consolidarono le proprietà circostanti introno al 1300; i Riccardi, banchieri fiorentini vicini ai Medici che la trasformarono in una vera e propria azienda rurale tra XVI e XVII secolo; i Castelli e infine gli Hands, gli attuali proprietari, famiglia inglese attiva nel mondo della finanza e dell’hotellerie di lusso. Proprio a questi ultimi, dal 2000, si deve un ambizioso piano di ristrutturazione e rilancio che ci siamo fatti raccontare da David Landini, agronomo ed enologo toscano, amministratore dell’azienda e direttore tecnico delle varie produzioni che qui prendono vita. “L’attuale proprietario della famiglia Hands ha acquistato l’azienda nel 2001 dopo esserci stato in viaggio di nozze. Io sono entrato in azienda nel 2015 come tecnico chiamato a gestire la parte vitivinicola. Da subito abbiamo messo a dimora un vigneto di 30 ettari che oggi, con l’acquisto di un’altra proprietà limitrofa, tocca quota 80 ettari”.
Fattoria Villa Saletta: le vigne e i vitigni
Ma il vigneto è una piccola parte dell’intera proprietà che si estende per oltre 1000 ettari: “con un territorio così ampio a disposizione, abbiamo dovuto eseguire uno studio pedologico e geologico per andare a identificare quali fossero le migliori parcelle in cui impiantare i vigneti, cercando di mantenere quanto più intatta la biodiversità di questo luogo incontaminato. Terroir differenti, differenti vigneti: abbiamo deciso di dedicarci a sangiovese, cabernet, franc e sauvignon, e merlot”. E continua: “il nostro sangiovese è quello tradizionale di toscana, ma con una chiave espressiva moderna. Per quanto riguarda i vitigni internazionali mi ispiro alla di riva destra di Bordeaux in chiave innovativa. Tecnicamente siamo molto moderni, ma stilisticamente tradizionali”.
I primi Tre Bicchieri dell’azienda: il Chianti Superiore ’18
In Guida Vini d’Italia 2023, Villa Saletta ha raggiunto la vetta dei Tre Bicchieri con il Chianti Superiore ’18, sangiovese con un pizzico di cabernet sauvignon e merlot che sprigiona sentori di vaniglia, mirtillo, ciliegia e cannella. L’attacco in bocca è intenso e godibile, allargandosi e prendendo volume per chiudere con beva gustosa e invitante. “Abbiamo fatto un lungo lavoro sul sangiovese che, devo confessare, all’inizio non era molto amato dalla proprietà. Progressivamente in questo vino abbiamo aumentato sempre di più la percentuale di sangiovese, passando dal 92% della 2015 al 97% nella 2018; l’obiettivo è quello di arrivare al 100%” afferma Landini. “Per me i Tre Bicchieri sono una conferma della potenzialità della denominazione e del territorio che abbiamo a disposizione. Assaggiato alla cieca sembra un Chianti Classico per la grande tipicità che il nostro sangiovese riesce a esprimere. Inoltre, sono doppiamente contento perché ho scoperto che questo è il primo Chianti premiato a far parte di una sottozona”.
Villa Saletta: micromondo agricolo
Ma il vino è solo il filo conduttore attraverso il quale si declina un progetto molto più ampio: la produzione infatti non si ferma qui, ma prende in considerazione diversi aspetti della zona rurale dove si trova la cantina. Tra queste, la produzione di olio e la silvicoltura sposano il concetto centrale di biodiversità: “il vino è sicuramente uno dei core business dell’azienda, ma produciamo anche olio grazie alle nostre 9000 piante di ulivo. Abbiamo poi oltre 600 ettari di boschi e 350 di seminativo. Trovo che la biodiversità sia molto importante e cerchiamo di mantenerla il più possibile; è una componente che si riflette sul vino e sulla qualità: ad esempio i boschi di pioppi migliorano il microclima sulle colline in quanto inglobano calore e difendono dalle gelate, ma rappresentano anche un’importante risorsa perché compagno ideale per i tartufi”. Altro aspetto che compone la realtà aziendale è quello dell’ospitalità turistica che si inserisce in un ambizioso di valorizzazione del territorio; “abbiamo sviluppato un progetto turistico di alta gamma con l’agricoltura al centro. Venire qui e affittare uno dei nostri vecchi casali ristrutturati permetterà di vivere e immergersi in questo ambiente di campagna. La posizione dove ci troviamo, poi, è strategica per l’ospite: siamo a 45 minuti da San Gimignano, a mezz’ora dal mare e poco lontani da Firenze”.
a cura di Marzio Taccetti
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