Save Bees and Farmers
Lo scorso ottobre è stata approvata Save Bees and Farmars, l’Ice – l’Iniziativa dei cittadini europei, ovvero lo strumento che consente a un milione di cittadini provenienti da un quarto degli Stati membri dell’UE di chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa in un settore di sua competenza – che ha come obbiettivo la protezione delle api ed i contadini dalla contaminazione da pesticidi. L’iniziativa è stata proposta dalla rete ambientalista Global 2000, dall’organizzazione europea di riferimento per l’alimentazione e l’agricoltura biologica Ifoam Organics Europe, da Pesticide Action Network (Pan) e da una rete di ong che lavorano per ridurre l’uso di pesticidi pericolosi e sostituirli con alternative ecologiche, tra cui Slow Food.
L’accusa dei promotori dell’iniziativa
Secondo i promotori della campagna, l’Unione Europea promette di impegnarsi a ridurre del 50% i pesticidi ma per misurare i progressi usa indicatori ingannevoli che non rilevano l’effettivo grado di tossicità e discriminano l’agricoltura biologica, e in generale le sostanze alternative a quelle chimiche. L’intenzione di ridurre i pesticidi era stata annunciata con il lancio del Green Deal europeo nel 2021, ma già a marzo la Commissione aveva bloccato il piano a causa della difficile gestione della crisi in Ucraina.
Nel frattempo, è stata avviata una valutazione dei rischi da parte dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) che è giunta a conclusione a giugno e ha decretato – nonostante il parere avverso di alcuni esperti – l’assenza di prove sufficienti a dimostrare che il glifosato, una delle sostanza sotto accusa, provochi il cancro.
L’indicatore HRI-1 e l’avversione per l’agricoltura biologica
Nei documenti presentati alla Commissione i membri delle ong hanno scritto che “l’HRI-1, che gli Stati membri hanno adottato nel 2019 per misurare l’uso e i rischi dei pesticidi, è stato contestato da Pan Europe fin dalla sua adozione ed è stato poi giudicato inadeguato dalla Corte dei Conti europea”. Secondo il parere dei revisori, infatti, la presunta riduzione indicata dall’HRI-1 è dovuta principalmente a una diminuzione delle vendite di sostanze non più approvate e non a un’effettiva riduzione dell’uso dei pesticidi.
Global 2000, rete ambientalista tra i promotori di Save the Bees and Farmers, ha pubblicato un documento in cui afferma che l’HRI-1 sovrastima sistematicamente il rischio delle sostanze naturali utilizzate nell’agricoltura biologica rispetto alle sostanze sintetiche e ha portato l’esempio del bicarbonato di potassio, un fungicida naturale classificato dalla Commissione come sostanza attiva a basso rischio: l’HRI-1 misura un rischio superiore dell’800% per una singola applicazione del bicarbonato di potassio rispetto al difenoconazolo, un fungicida sintetico ricco di proprietà tossiche e persistenti.
Ci sono altre distorsioni simili: l’HRI-1 attribuisce esattamente lo stesso rischio a un chilogrammo di sabbia di quarzo, che può proteggere cinque alberi dalla selvaggina, e a un chilogrammo di insetticida piretroide, sufficiente a uccidere ogni insetto vivente su 200 ettari. Secondo il parere degli esperti di cui si sono avvalsi le ong, la conseguenza dell’applicazione indiscriminata di questi parametri porta a risultati grottescamente sbagliati che provocano un danno all’agricoltura biologica, oltre a essere in piena contraddizione con l’obiettivo dell’Ue di raggiungere il 25% di superficie agricola biologica entro il 2030.
L’incontro con la Commissione Europea
Il 25 novembre i promotori dell’iniziativa hanno incontrato i Commissari europei Věra Jourová (Valori e trasparenza) e Stella Kyriakides (Salute e sicurezza alimentare) e hanno presentato formalmente le loro richieste, sostenendo che è il momento per l’Unione europea di dimostrare il proprio impegno nei confronti della Strategia Farm to Fork e di fare valere la propria leadership internazionale nell’ambito della protezione della biodiversità. Sono tre le richieste formulate alla Commissione:
- La graduale abolizione dell’uso di pesticidi sintetici. La prima richiesta riguarda la riduzione, entro il 2030, dell’80% dei pesticidi sintetici usati in agricoltura all’interno dell’Unione europea, per arrivare entro il 2035 allo stop totale.
- Il recupero della biodiversità. I promotori, e insieme a loro i cittadini europei firmatari della Ice, chiedono che gli habitat vengano ripristinati e le aree agricole diventino uno strumento per recuperare la biodiversità.
- Il sostegno agli agricoltori. Chi coltiva in modo sostenibile deve essere sostenuto nella transizione verso l’agroecologia: più risorse alle aziende agricole di piccola scala, più agricoltura biologica, più fondi per la ricerca in favore di un’agricoltura libera da pesticidi e Ogm.
L’iter dell’Iniziativa dei cittadini europei prevede una risposta formale della Commissione a queste richieste e un’audizione ufficiale al Parlamento europeo, che si terrà a gennaio.
a cura di Maurizio Gaddi
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