Respinti tutti i ricorsi al Tar delle cantine e delle associazioni escluse dai progetti Ocm promozione per l’annualità 2023/2024. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha quindi dato ragione al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, ritendendo infondati tutti i punti sollevati dai ricorrenti.
Dalla bocciatura al ricorso al Tar
Ricordiamo brevemente la questione. Lo scorso dicembre la graduatoria del Masaf relativa ai fondi del bando Ocm Promozione Paesi terzi – il primo a firma del ministro Francesco Lollobrigida – ha lasciato fuori decine di progetti per un centinaio di cantine (tutte di un certo peso), assegnando solo 14 dei 21 milioni di risorse europee a disposizione. Di questi solo 679mila sono poi stati ridistribuiti per i progetti multiregionali. Nei mesi successivi, i gruppi in questione – da Federdoc a Uiv, passando per Grandi Marchi, Zonin e Santa Margherita – si sono rivolti al Tar, evidenziando in particolare le difficoltà nel compilare la domanda (si ricorderà a tal proposito l’obbligo di presentare tre preventivi per ognuna delle attività inserite nella domanda), la poca flessibilità e la presenza di criteri di valutazione poco oggettivi, tra cui quelli coerenza, a detta dei progettisti «molto astratto e poco oggettivo».
Ecco cosa dice la sentenza
Tali motivazioni, però, non sono state sufficienti a convincere il Tar. Come si evince dalla sentenza del 29 maggio, la carenza di motivazione e di istruttoria, non è stata accolta in nome del principio di economicità amministrativa. «La giurisprudenza – si legge – ha in più occasioni avuto modo di chiarire che nelle procedure pubblicistiche nell’ambito delle quali l’ottenimento di un beneficio dipenda da una valutazione discrezionale demandata ad una commissione, l’attribuzione del punteggio numerico esprime e sintetizza il giudizio tecnico discrezionale della commissione stessa, contenendo in sé stesso la motivazione, senza bisogno di ulteriori spiegazioni».
Inoltre, secondo il Tribunale non sarebbe corretto il riferimento dei ricorrenti ai criteri di valutazione utilizzati nelle campagne precedenti, dal momento che il decreto ministeriale che disciplinava le campagne precedenti è stato abrogato e sostituito. Come a dire, giusto o sbagliato, il metodo di valutazione è quello indicato dal Ministero. Anche sui punteggi vige la discrezionalità della Commissione giudicante, per cui i cosiddetti sub punteggi – la cui mancanza è stata contestata dalle cantine in questione – «pur essendo in teoria auspicabile, non è necessaria ai fini della legittimità dell’iter valutativo che si conclude con l’attribuzione di un voto numerico».
Infine, «non è sufficiente il riferimento al fatto che l’esclusione di una parte dei progetti (che non hanno raggiunto il punteggio minimo) abbia determinato un avanzo nelle risorse stanziate, essendo tale situazione conseguenza della valutazione negativa riportata dai progetti stessi e non delle previsioni contenute “a monte”».
Il cambio di rotta con il nuovo bando
Intanto, memore di tutti i problemi della scorsa campagna (ritardi in primis), Lollobrigida ha già pubblicatolo scorso 3 maggio il bando per la nuova annualità (l’anno scorso era fine luglio). A disposizione delle aziende ci saranno 22 milioni di euro per i progetti nazionali, a cui devono aggiungersi i 71 milioni di euro per i bandi regionali e multiregionali. C’è tempo fino al 12 luglio per presentare i progetti, che potrebbero partire già dal 16 ottobre 2024. Inoltre, sebbene il ministro avesse dato la colpa delle domande bocciate «ai progettisti poco attenti», nei mesi scorsi più volte ha convocato la filiera al Masaf per quel confronto che era invece mancato un anno fa: «Un’azione preventiva di formazione – l’ha definita in una recente intervista al Gambero Rosso – Se i problemi fossero venuti dagli uffici del Ministero, me ne assumo le responsabilità, ma voglio anche assumermi la responsabilità di lasciare le cose migliori di come le ho trovate». Speriamo senza dover perdere dei fondi europei, oggi più che mai, preziosi per la promozione.
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