Nuova mossa di Renzo Rosso che annuncia possibili nuove cause legali dopo che Masi Agricola, tra i leader nella produzione di Amarone della Valpolicella, ha annunciato il 16 febbraio scorso che valuterà di agire in tribunale, attraverso un pool di esperti, nei confronti del patron di Diesel (proprietario di Red Circle e Brave Wine) a tutela di immagine, prestigio e reputazione per una presunta “campagna denigratoria” nei confronti della società vitivinicola quotata all’Euronext Growth Milan. Secondo Renzo Rosso (che si dimise a marzo 2023 dal consiglio di amministrazione di Masi), la riforma dello statuto sociale annunciata lo scorso 16 febbraio da Masi Agricola «pregiudica i diritti di tutti i soci di minoranza e offre loro un corrispettivo per il recesso incongruo e inadeguato». Le società Red Circle Investments e Brave Wine e i soggetti che fanno capo a Rosso, si definiscono «sconcertati dal comportamento di Masi Agricola, che di certo non si addice a una società le cui azioni sono negoziate sul mercato Euronext Growth Milan, e si riservano di agire in sede giudiziale a tutela dei propri diritti».
Lo scontro tra Renzo Rosso e Masi
Il Cda di Masi Agricola, nell’ambito del progetto Masi green governance (Mgg), ha approvato diverse misure tra cui un nuovo meccanismo di voto (il board si rinnoverà a giugno prossimo) che prevede non più liste bloccate (voto di lista) ma la presentazione (da parte di soci con almeno il 7,5% delle azioni) di proposte di candidati amministratori su cui l’assemblea esprimerà il voto. Via libera anche alla creazione di un comitato di controllo interno al Cda al posto del collegio sindacale. E per i soci che in assemblea non approveranno le modifiche, la proposta del Cda di Masi è quella di consentire un diritto di recesso con una liquidazione delle azioni a un valore di 4,48 euro: sarebbe questa una possibile via d’uscita per Renzo Rosso dal capitale della società della famiglia Boscaini, anche se il titolo procede in Borsa con un valore medio superiore: nella settimana tra 15 e 22 febbraio 2024 ha oscillato tra 5,16 e 5,52 euro. I titoli in carico a Rosso sono quotati 3,15 euro. Alla quota di Red Circle potrebbe essere, eventualmente, interessata anche la stessa Fondazione Enpaia che oggi detiene il 7,56 per cento del capitale di Masi. Ma questa è un’altra partita su cui bisognerà attendere.
Il nuovo statuto non piace a Red Circle
In questa vicenda che si trascina da circa un anno, Red Circle Investments, che detiene il 10% delle azioni di Masi, ha comunicato di avere «semplicemente esercitato i propri diritti di socio che Masi Agricola ha violato in numerose occasioni e vorrebbe pregiudicare anche tramite la proposta di modifica dello statuto sociale oggetto dell’assemblea convocata per il 4 marzo 2024». La società che fa capo a Renzo Rosso spiega che «al fine di tutelare i propri diritti sociali, Red Circle Investments ha sempre utilizzato gli strumenti previsti dalla legge, formulando in sede giudiziale (la sede appropriata) contestazioni serie, precise e documentate relative ai vizi del bilancio Masi al 31 dicembre 2022 e all’abuso di maggioranza realizzato da Masi Agricola con la delibera di revoca degli amministratori e del sindaco tratti dalla lista di Red Circle Investments. Entrambe le contestazioni – ricorda la nota societaria – sono attualmente all’attenzione del Tribunale di Venezia».
Di cosa parlerà l’assemblea
L’assemblea straordinaria di Masi Agricola, del prossimo 4 marzo, sarà chiamata a votare altre azioni nell’ambito del riassetto societario, con l’obiettivo di proseguire nella ricerca della piena sostenibilità integrando i fattori ambientali, sociali e di gestione societaria (secondo i principi Esg, environmental, social, governance), migliorando i processi decisionali con la modifica dello statuto per adottare lo status di società benefit, e modificando la struttura di governo societario mediante l’adozione del modello monistico. Tale sistema fa coincidere le funzioni di amministrazione e controllo in un unico organo, favorendo una semplificazione della struttura organizzativa e decisionale. Il sistema monistico, come ha ricordato Masi in un comunicato ufficiale del 16 febbraio, è il modello di amministrazione e controllo più diffuso all’estero, specie nei casi di società quotate.
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