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Piano anticancro: per vino e carni rosse più difficile accedere ai fondi di promozione dell’UE

Quel che si temeva e che Unione Italiana Vini aveva denunciato sul settimanale Tre Bicchieri sin dallo scorso gennaio sta avvenendo: il cancer plan limiterà la promozione di vino e carni rosse. Lo scorso 15 dicembre, infatti, la Commissione Ue ha pubblicato il documento per l’accesso ai fondi di promozione orizzontale dei prodotti agricoli europei per un valore complessivo di oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri per l’accesso l’allineamento ad alcuni documenti strategici, come il Farm to Fork e il piano comunitario di lotta anticancro, compreso quello approvato la settimana scorsa dalla Commissione speciale del Parlamento europeo Beca-Beating cancer (vedi articolo L’Ue punta il dito contro il consumo di vino).

Che cosa dice il report Beca-Beating cancer

L’obiettivo è di ridurre l’incidenza del cancro sulla popolazione anche attraverso la riduzione dei consumi di alcol: “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol quando si parla di prevenzione del cancro” si legge nel testo finale, affermazione contestata dall’associazione europea dei produttori Comité vins (Ceev), che fa riferimento a modelli di consumo e stile di vita, per esempio la dieta mediterranea che trova tra le abitudini proprio il classico bicchiere di vino a pasto: “L’assunto che non ci sia un livello sicuro è fuorviante e semplicistico in quanto non tiene conto dei modelli di consumo e di altri fattori dello stile di vita. Evidenze scientifiche indicano che bere vino con moderazione, a pasto, come parte di una dieta in stile mediterraneo, può contribuire a una maggiore aspettativa di vita e a una minore incidenza di malattie importanti come malattie cardiovascolari, diabete e cancro”.

Cosa accade al vino e alle carni rosse e lavorate

In sintesi, i produttori di vino, di salumi e in generale di carni rosse e lavorate avranno meno chance di essere ammessi alle graduatorie del bando per la promozione in ambito comunitario. E, secondo Uiv, questo sarebbe solo il primo degli effetti del Beca: un segnale allarmante oltreché giuridicamente non sostenibile. Tra l’altro – secondo l’associazione – sul piano politico alcuni Paesi, e tra questi non c’è l’Italia, si sono astenuti dal voto in quanto hanno espresso dubbi sulla possibilità che testi non giuridicamente vincolanti come il Farm to Fork e il Beca, non ancora approvato dal Parlamento europeo, possano entrare a gamba tesa sulle politiche di promozione. Unione italiana vini chiede, quindi, che nessun prodotto sia escluso dagli aiuti alla promozione e richiama quindi l’attenzione del ministero delle Politiche agricole su questo dossier, che si fonda su un pregiudizio originato da assunti opinabili dal punto di vista scientifico e che rischia ora di provocare un effetto valanga per il vino e per il made in Italy dell’agroalimentare.

Secondo l’associazione europea dei produttori Comité vins (Ceev), una volta di più sta passando il concetto del vino come prodotto intrinsecamente dannoso, a prescindere dalle modalità di consumo.

a cura di Loredana Sottile

La versione completa di questo articolo è stata pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 16 dicembre 2021

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