“Un bravo ristoratore deve essere in continuo movimento, alla scoperta del mondo per rintracciare stili e tendenze del gusto. Questo ti permette di stimolare la creatività, elaborare nuove idee al passo coi tempi”. Parole di Emanuele Cozzo, ideatore e gestore ancora oggi del Bistrot del Flaminio inaugurato nel novembre 2012 e aperto ufficialmente nel giugno successivo. Un concept basato su una cucina contemporanea e aperta al mondo, ma fatta con produzioni italiane di filiera che nella precedente vita ha visto protagonista ai fornelli Kotaro Noda, chef di rango che qui ha portato il suo stile molto personale, open mind ma sempre sulla base di prodotti italiani.
Cosa si mangia nel nuovo Bistrot 64
Oggi ai fuochi opera Giacomo Zezza, autore di piatti fra tradizione e innovazione concepiti su una base di sostenibilità e stagionalità grazie all’orto di proprietà. Ci saranno due menu degustazione (“I 10 anni” con 5 portate a 75 euro e “PrimaVera” con 8 portate a 95 euro) più una carta stringata con dessert dove si giocherà di fantasia, oltre al tagliere di formaggi a fine pasto. Ai vini e in sala, invece, il maître e sommelier Nicola Bacalu.
Nello spazio rinnovato trova posto una trentina di coperti con sedute a poltrona color marrone, tavoli in legno e bancone in marmo, pareti verdi che si alternano alle mattonelle a vista in un ambiente minimal studiato per mettere in risalto i piatti.
Bistrot 64 – Roma – via Guglielmo Calderini 64 – www.bistrot64.it – chiuso domenica e lunedì; aperto solo a cena tranne venerdì e sabato.
Foto @Andrea Di Lorenzo
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