Il ruolo dei pub nel Regno Unito
Punto di ritrovo per la gente del quartiere, meta di relax con i colleghi alla fine di una giornata lavorativa, ma anche uno spazio dove sedersi a mangiare un pasto caldo in pausa pranzo: i pub nel Regno Unito rappresentano dei veri centri di aggregazione per gli abitanti, tappa imperdibile per ogni inglesi che si rispetti fin dal Quattrocento, periodo in cui le Public House – da qui l’abbreviazione in pub – iniziano a fare ufficialmente capolino agli angoli delle strade, presentandosi come delle specie di osterie dove trovare vitto e alloggio. Oggi sono la destinazione preferita di persone di tutte le età e provenienze, turisti compresi, che qui possono scoprire l’autentica cucina inglese, realizzata ancora come un tempo. Certo, ci sono anche strutture che negli anni si sono modernizzate, trasformandosi in gastropub più ricercati, ma l’atmosfera delle vecchie locande tradizionali è rimasta intatta.
Le origini dei pub inglesi
Per rintracciare l’origine dei pub britannici bisogna risalire al 43 d.C., quando l’invasione dei romani portò con sé il concetto di tabernae, luoghi di vendita di vino creati per placare la sete delle truppe legionarie. In Inghilterra, però, il drink per eccellenza era l’ale, un tipo di birra da alta fermentazione che le taverne di stampo romano adottarono in fretta, tanto da essere spesso chiamate anche “alehouses”. Il format, fin da subito accolto con entusiasmo dagli inglesi, continuò a espandersi nel tempo, al punto che il re Edoardo d’Inghilterra detto Il Pacifico (sul trono dal 959 al 975) decise di limitare il numero di birrerie presenti in ogni villaggio. Sembra essere stato lui a introdurre per primo delle precauzioni per non eccedere con l’alcol, utilizzando come unità di misura il “piolo” (peg in inglese). L’interno dei boccali era dotato di pioli di legno per suddividere la bevanda (un bicchiere ne conteneva fino a 2 litri): per ogni piolo di birra bevuto in più, il consumatore avrebbe dovuto pagare un altro centesimo (da qui probabilmente è nata l’espressione inglese “to take someone down a peg”, “far abbassare la cresta a qualcuno”).
Il più antico pub del Regno Unito
Taverne e birrerie iniziarono col tempo ad accompagnare i drink con del cibo e, insieme agli inn (le locande), diventarono poi conosciuti con il nome collettivo di Public Houses, abbreviato poi in pub durante il regno di Enrico VII d’Inghilterra, nella seconda metà del Quattrocento. La prima legge che prevede una licenza ufficiale per i locandieri risale al 1552, tempo in cui i pub erano perlopiù suddivisi fra angolo bar, camere e diverse sale per accontentare tutte le classi sociali. Ancora oggi sono molti i locali con stanze al piano di sopra, incluso quello che sembrerebbe essere il più antico del Regno Unito, The Old Ferryboat Inn di Holywell, nel Cambridgeshire. Il titolare sostiene che la vendita di alcolici risalga al 560 d.C., anche se il locale non è nato ufficialmente prima del Quattrocento. Come ogni vecchia locanda che si rispetti, il Ferryboat ha la sua leggenda: si dice sia abitato da una presenza sovrannaturale, il fantasma di Juliet Tewsley, l’adolescente che si tolse la vita nel 1050 d.C. Sembra che il pub sia stato costruito proprio sulla sua tomba, per questo nell’anniversario della sua morte lo spirito torna a fare visita agli ospiti, causando loro delle notti insonni.
Cosa si mangia nei pub inglesi
Folclore a parte, oltre a essere uno dei luoghi preferiti per la birra post lavoro, i pub sono gli indirizzi ideali per provare i tipici cibi inglesi. A cominciare da una full English breakfast, la colazione a base di uova strapazzate, bacon, toast, funghi e pomodori grigliati (ma anche salsicce, black pudding, fagioli in salsa…), tradizione nata nel Medioevo per garantire ai contadini il giusto apporto nutrizionale per affrontare il lavoro nei campi. Fino ad arrivare al tradizionale Sunday Roast, il pranzo della domenica composto da roast beef, patate arrosto, Yorkshire puddings – delle pastelle cotte in forno dalla forma simile a quella dei muffin – pigs in blanket (le salsicce di maiale avvolte nel bacon) e verdure al forno, il tutto coperto da salsa gravy, fatta con il fondo di cottura della carne arricchito con erbe aromatiche e spezie, brodo e un po’ di farina per dare consistenza. In menu si trovano poi la shepherd’s pie, l’iconico pasticcio di carne e patate, fra i comfort food preferiti dagli inglesi, al pari del toad in the hole, la torta salata di Yorkshire puddings e salsicce (altro grande classico dei pub britannici), o di un buon bacon sandwich. Immancabile poi il prosciutto cotto al forno, gli hamburger con patatine fritte e alle volte anche i Cornish pasty, fagottini di pasta dal ripieno salato perfetti per uno spuntino veloce.
a cura di Michela Becchi
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