Uno studio mette nero su bianco le tendenze alimentari dei bambini tedeschi mostrando come gli alimenti di origine vegetale siano ormai protagonisti a tutti gli effetti della dieta quotidiana di intere famiglie. Una scelta che a lungo andare metterà con le spalle al muro chi legifera e chi fa degli allevamenti intensivi l’unica forma di sostentamento proteico.
Niente carne, Berlino anticipa le tendenze green
La Germania spesso si rivela una cartina tornasole sulle dinamiche consumistiche europee in quanto paese in grado di connettere il nord e il sud del continente, ma anche perché spesso in grado di captare quello Zeitgeist, lo spirito del tempo, di cui si è resa protagonista in ambito filosofico e culturale nei secoli scorsi. Fino a poco tempo fa, non esistendo valide alternative a una cultura del cibo libera da prodotti di origine animale, il problema non si poneva, soprattutto se si parlava di alimentazione legata all’infanzia e adolescenza. Oggi le alternative sono tante, spesso non ancora economiche, ma esistono e stanno prendendo piede sempre di più nelle vite delle persone. In questi casi esistono sempre paesi che fanno da apripista e la Germania è uno di questi, soprattutto quando si tratta di sensibilità verso il mondo animale e l’ambiente. Un recente studio di AOK (la principale assicurazione sanitaria privata tedesca) che confronta la salute e le abitudini di consumo delle famiglie in varie regioni della Germania ha rilevato che i bambini a Berlino seguono più spesso una dieta flexitariana e vegetariana. In media, il 33% dei bambini in Germania segue una dieta a ridotto contenuto di carne, anche se nella capitale quasi la metà di tutti i bambini non consuma carne o ne consuma poca nella propria dieta.
Lo studio nel dettaglio
Per questa ricerca sono stati intervistati 8.500 genitori di bambini di età compresa tra 4 e 14 anni in tutta la Germania, rivelando così che una dieta a basso contenuto di carne è particolarmente diffusa nei bambini che vivono a Berlino. Una dieta flessibile in cui viene consumata una piccola quantità di carne durante la settimana è la prassi per il 26% delle famiglie berlinesi, mentre il 18% dei genitori della capitale nutrirebbe il proprio figlio con una dieta vegetariana. In termini di variazioni regionali, una dieta povera o priva di carne è risultata essere più popolare a Berlino (47% di tutti i bambini), Brema (41%) e Amburgo (39%), così come nel Baden-Württemberg (42%), mentre nei territori della Germania orientale questa tendenza è molto più debole.
Il crollo generalizzato del consumo di carne in Germania
Nel frattempo, all’inizio di questo mese, l’Ufficio federale di statistica della Germania ha rivelato che nel corso dello scorso anno le aziende alimentari tedesche hanno prodotto il 72,7% in più di prodotti a base di carne alternativi rispetto al 2019. Non solo. Gli ultimi dati pubblicati in aprile dal Centro federale di informazione sull’agricoltura tedesco rivelano che, nel 2022, il consumo di carne pro capite è diminuito di 4,2 kg arrivando a 52 chilogrammi a persona rispetto al 2021, un dato inferiore a qualsiasi altra rilevazione dall’inizio dei calcoli nel 1989. Il rapporto afferma che i tedeschi hanno consumato circa 2,8 kg in meno di carne di maiale, 900 grammi in meno di manzo e vitello e 400 grammi in meno di pollame l’anno scorso. In modo incoraggiante, ciò si traduce in una produzione netta di carne animale: il 9,8% in meno di carne suina e l’8,2% in meno di carne bovina sono stati prodotti internamente rispetto al 2021, mentre la produzione netta di carne di pollame è diminuita del 2,9%.
La politica alimentare promossa dalle istituzioni
Il consumo di carne in Germania è stato costantemente in calo negli ultimi anni, con l’interesse del paese per una vita senza carne ulteriormente rafforzato dal ministro della Salute Karl Lauterbach, che ha notoriamente dichiarato nel 2022: “Una cosa è chiara: dovremo mangiare molta meno carne. A lungo termine potremmo ridurre il consumo di carne dell’80%. Non solo in Germania, ma in tutto il mondo, perché è semplicemente molto difficile produrre carne senza un massiccio spreco di CO2“. Lo stesso ministro ha anche anche aggiunto pochi mesi dopo: “Il consumo di carne in Germania è del tutto irragionevole sotto molti aspetti, al limite del delirante se ci si pensa. Inizia già con la crudeltà verso gli animali. Gli animali di solito vivono nel tormento, la carne a buon mercato altrimenti non può essere prodotta”.
Crescita vegetale in tutta Europa
La notizia arriva nella stessa settimana in cui i dati separati compilati da Nielsen e pubblicati da GFI Europe hanno dimostrato che le vendite di alimenti di origine vegetale in Europa sono cresciute del 6% nel 2022 (22% dal 2020) per raggiungere i 5,7 miliardi di euro, con la Germania che rappresenta il più alto valore di vendite di alimenti plant based in Europa e i Paesi Bassi con la spesa media pro capite più elevata. Anche in Italia è stato rilevato da poco un crollo nelle vendite di carne di agnello: tendenza legata a questioni etiche?
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