Se è vero che tradizionalmente il Natale a Bari inizia all’alba del 6 dicembre, con la messa delle 5 in onore del santo patrono (San Nicola) e con l’accensione, al calar della sera, del maestoso albero posto al centro della piazza principale, è il giorno della Viglia a venir scandito da riti e consuetudini impresse nella memoria di generazioni di baresi.
La mattina del 24: pane e origano
È la mattina del 24 dicembre e a Bari la sveglia suona presto, c’è da mettere a punto il menu e sistemare le ultime cose in vista del cenone. La colazione è povera – retaggio dei tempi di magra – a base di pane raffermo bagnato con acqua e condito con olio, sale, pomodoro e origano. «Oggi che circolano più soldi, molti baresi si concedono una ricca colazione al bar, ma la tradizione contadina vuole che il primo pasto della giornata sia particolarmente povero, a base del pane del giorno prima» spiega la signora Rina Ladisa, nata (e cresciuta) a Bari 76 anni fa. «Attenzione però, basta spostarsi di pochi chilometri, o semplicemente recarsi a Bari vecchia, perché certe consuetudini non siano più valide»
Vigilia senza pranzo
Finite le ultime faccende si arriva all’ora del pranzo. «Il 24 è tradizione che il pranzo si salti – prosegue Rina – e che ci si conceda un rompidigiuno da abbinare a una birra ghiacciata: un panino con rape stufate o un trancio di focaccia con la mortadella». Un castigato menu per affrontare in scioltezza, e con qualche senso di colpa in meno, le abbuffate serali. È infatti alle 20 prende il via l’imponente banchetto che è magro solo nell’accezione del termine che si riferisce all’ essere privo di carne. Si inizia, infatti, con una carrellata di crudi di mare, per proseguire con gli spaghetti al sugo di anguilla, l’anguilla al forno con alloro accompagnata da un contorno di finocchi stufati con aglio e acciughe, baccalà fritto, verdure e formaggi locali.
Cartellate al vincotto
A chiudere i dolci: cartellate al vincotto, (il cui riccio esterno è forgiato in modo da ricordare le lenzuola che Gesù non ebbe nella mangiatoia), panzerotti con ripieno di mandorle, castagnelle, sassanelli, dolci di mandorla e frutta secca. «Fino a una ventina di anni fa il panettone a Bari era un dolce quasi sconosciuto» racconta Rina. « Allora circolava qualche prodotto industriale, ma sicuramente il panettone era molto meno diffuso che al Nord». Oggi, invece, concedersi una fetta di panettone subito prima della Santa Messa di mezzanotte è una tradizione a cui i baresi sembrano non voler rinunciare.
Terminato il sontuoso banchetto e finita la messa, si può dare inizio a interminabili sessioni di tombola, ad infinite partite di mercante in fiera e giocate a sette e mezzo destinate ad andare avanti fino a notte inoltrata.
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