Le degustazioni per la guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso hanno evidenziato un quadro molto positivo per i vini del Veneto in tutte le principali denominazioni nonostante la difficile annata 2023. Qui ci concentriamo sulle migliori espressioni della DOC Soave che ci hanno colpito in modo particolare. Siamo in provincia di Verona, con i Monti Lessini che da nord digradano verso sud, mentre a ovest il confine è segnato dalla provincia di Vicenza.
La Doc Soave
La Doc Soave, tra le più antiche d’Italia, riconosciuta con regio decreto nel 1931, è costituita da circa 7mila ettari vitati, in 13 Comuni a est di Verona, in parte su colline di origine vulcanica. Soave è stato anche il primo comprensorio produttivo italiano a fare il suo ingresso nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico a cui è poi seguito il riconoscimento del Giahs-Fao (Sistemi di patrimonio agricolo di importanza mondiale, Globally important agricutural heritage system), dedicato alle zone agricole nel mondo che promuovono un’agricoltura sostenibile, lontana dai processi industriali, e che conserva uno stretto legame tra paesaggio, prodotti locali, comunità rurali associate.
L’uva protagonista del Soave è la garganega, che con la solare vendemmia 2022 ha dato vita a numerosi vini di pregio, vitigno autoctono coltivato da sempre in queste zone che sembrerebbe avere qualche parentela genetica con il grecanico, coltivato soprattutto in Sicilia. Gli altri vitigni che troviamo nel Soave in diverse percentuali sono il trebbiano di Soave e lo chardonnay in quantità non superiore al 30%).
La garganega è solitamente allevata secondo il tradizionale sistema della pergola veronese. È un vitigno vigoroso e produttivo, con grappoli dalla forma allungata e acini di un bel giallo dorato. Sui suoli di antica origine vulcanica di Soave e Gambellara, ha trovato la sua terra d’elezione. Qui riesce a esprimersi a livelli qualitativi elevati, regalando vini affascinanti, longevi, caratterizzati da un nitido profilo minerale. Vinificata in purezza, esprime un bouquet con profumi di fiori bianchi, aromi fruttati, note tropicali e finale ammandorlato. Spicca soprattutto per un grande equilibrio gustativo, che dona al vino corpo, struttura e una certa morbidezza. All’affinamento in acciaio, che preserva maggiormente gli aromi varietali dell’uva, si affianca sempre più spesso anche l’invecchiamento in botti o barrique, che contribuisce a conferire al vino maggior complessità aromatica e struttura.
La garganega si presta anche a una surmaturazione in vigna, utilizzata per realizzare vini più concentrati e morbidi da vendemmie tardive. La naturale propensione all’appassimento del vitigno è sfruttata soprattutto per realizzare alcuni tra i più famosi e apprezzati vini da dessert: il Recioto di Soave Docg e il Recioto di Gambellara Docg.
La new entry tra i Tre Bicchieri
Con il Soave Verso ’21 l’azienda Canoso entra per la prima volta nel club dei Tre Bicchieri. Giovanni Bartucci ha acquisito l’azienda di Monteforte d’Alpone (VR) meno di dieci anni fa e ne ha già fatto una delle realtà più interessanti del territorio.
I migliori Soave premiati con i Tre Bicchieri
Ecco i migliori Soave che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, i Tre Bicchieri, nella guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso.
Il Calvarino ’22 di Pieropan si avvale di una parte di trebbiano di Soave e si presenta con profumi intensi, in cui le note floreali e agrumate incontrano il frutto bianco, prima di donarsi succoso e dinamico al palato. Parlare di Pieropan è un po’ come parlare della storia del Soave e del vino bianco italiano, un’azienda che già all’inizio degli anni ’70 imbottigliava il vino più importante con l’indicazione del vigneto di provenienza. Oggi Andrea e Dario proseguono sul solco tracciato da papà Nino, con la medesima passione e cura per i dettagli. La nuova cantina, perfettamente inserita nel panorama viticolo alle spalle del Castello, ospita una produzione di assoluto livello qualitativo.
- Soave Cl. Calvarino 2022 – Pieropan
Perfetto esempio di questo stile è il Soave Campo Vulcano ’23 de I Campi, che debutta con profumi che richiamano il frutto fresco e i fiori, ancora dominati da una espressività giovanile che lambisce la semplicità. Il palato conquista per leggerezza e tensione, esaltando le doti di agilità e beva che caratterizzano le migliori interpretazioni della denominazione. La data di fondazione de I Campi recita solamente 2006, ma Flavio Prà percorre le colline del Soave e della Valpolicella da molto prima, avendo sviluppato un’importante attività di consulenza nella zona. Una dozzina di ettari dislocati sulle zone più alte di entrambi i territori costituiscono una base viticola di pregio, destinata a una produzione che interpreta le rispettive denominazioni esaltandone gli aspetti più eleganti e slanciati.
- Soave Cl. Campo Vulcano 2023 – I Campi
Il Carbonare Roccolo del Durlo 2022 de Le Battistelle , tratteggiato da note affumicate e di frutto giallo, coniuga immediatezza e complessità donando un sorso energico e denso. Gelmino e Cristina Dal Bosco conducono la piccola azienda di famiglia immersa fra le colline del Soave. Su una terra scura di basalto si estendono una dozzina di ettari dedicati esclusivamente alla garganega, l’uva regina di queste terre, che dà vita a una produzione autentica e di grande carattere, in cui alla perfezione stilistica si predilige l’espressione più grintosa e profonda della denominazione. Prova a tratti quasi imbarazzante per consistenza e classe quella offerta dai vini più ambiziosi di casa, tutti figli della soleggiata vendemmia 2022.
- Soave Cl. Carbonare Roccolo del Durlo 2022 – Le Battistelle
Il Soave Monte Carbonare ’22 di Suavia non insegue l’esplosività aromatica, anzi, i suoi profumi si dipanano lentamente e delicatamente, prima il frutto bianco, poi la parte floreale che lascia a sua volta spazio a una profonda nota minerale che dona un tono affumicato. In bocca colpisce la tensione succosa, che sembra aggrapparsi alla sapidità e alla spinta acida allungandosi con decisione e finezza.
Suavia nasce all’inizio degli anni ’80 per volontà di Giovanni e Rosetta, che si emancipano da produttori d’uva fondando la loro piccola azienda. Pochi anni dopo sono le figlie Meri, Valentina e Alessandra a prendere in mano le redini dell’azienda, facendola diventare uno dei punti di riferimento per gli amanti della bianca tipologia scaligera. I pochi ettari di vigneto iniziali sono diventati molti di più e i loro vini ne esaltano il carattere.
- Soave Cl. Monte Carbonare 2022 – Suavia
Il Monte Grande ’22 di Graziano Prà è uno dei grandi classici della denominazione, un bianco dagli aromi sfaccettati dove frutto, fiori e accenni agrumati si fondono alla perfezione e dal palato sapido e di grande allungo. Graziano Prà si muove con agilità fra le denominazioni di Soave e Valpolicella, percorrendo sentieri originali che invece di seguire i modelli più diffusi cercano di valorizzare il legame fra vino e territorio. Ecco allora bianchi che coniugano ampiezza aromatica e densità, mentre in Valpolicella ha sempre messo in luce l’aspetto più raffinato e sottile che le uve della tradizione possono donare.
- Soave Cl. Monte Grande 2022 – Graziano Prà
Il Soave Verso ’21 di Canoso, con cui la cantina ottiene per la prima volta i Tre Bicchieri, è un bianco che matura a lungo in cantina prima dell’imbottigliamento e che oggi evidenzia la sua capacità di sintesi fra complessità e piacevolezza immediata. I profumi spaziano dal frutto giallo maturo alle note di fiori secchi, dalla radice di liquirizia alle sfumare affumicate, per donarsi infine in un sorso di grande ricchezza e sapidità. Giovanni Bartucci meno di dieci anni fa ha acquisito la proprietà dell’azienda di Monteforte e velocemente ne ha fatto una delle aziende più interessanti del Soave, appoggiandosi a tecnici di provata competenza e con un forte legame con il territorio. Oggi assistiamo al consolidamento dei vini Soave, ma non mancano continue esplorazioni dei territorio vicini, a partire dalla Lessinia con la sua uva più rappresentativa, la durella.
- Soave Cl. Sup. Le Coste Verso 2021 – Canoso
Il Soave Il Casale ’22 di Agostino Vicentini è una garganega in purezza raccolta a perfetta maturazione, che mette in luce un corredo aromatico tenue ma molto ampio, dove il frutto giallo, i fiori e le note di macchia mediterranea si susseguono e rivelano sempre nuove sfaccettature. In bocca è la pienezza del sorso a recitare da protagonista, risultando succoso e di buona lunghezza. Pochi anni fa l’azienda della famiglia Vicentini era una fra le tante realtà che cercavano il loro spazio in un mondo enologico trafficato e subissato di offerte, sempre a rincorrere il successo delle aziende più note. Oggi il posto che l’azienda di San Zeno ha conquistato è in prima fila, forte di una produzione di grande carattere e identità. La cura che Agostino pone nella gestione dei vigneti è esaltata dal lavoro del figlio Emanuele in cantina.
- Soave Sup. Il Casale 2022 – Agostino Vicentini
Il Soave Runcata ’22 conquista per la nitidezza degli aromi di frutto bianco che si intrecciano con le note minerali e di rovere, che ritroviamo ancora più espressive in un sorso di grande dinamismo e lunghezza che sembra non avere mai fine. Fra i protagonisti del nuovo corso del Soave sicuramente va annoverata l’azienda della famiglia Dal Cero, interprete delle colline orientali della denominazione. Qui, sui fianchi degli antichi vulcani Calvarina e Crocetta, le vigne di proprietà si estendono per molti ettari e le uve maturano mantenendo la spiccata acidità che conferisce ai bianchi di questo lembo di Veneto il loro carattere inconfondibile.
- Soave Sup. Roncà Monte Calvarina Runcata 2022 – Dal Cero Tenuta Corte Giacobbe
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