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La guida Michelin Hong Kong e Macao parla italiano: due stelle a Luigi Troiano

Paulo Airaudo and Luigi TroianoPaulo Airaudo and Luigi TroianoPaulo Airaudo and Luigi Troiano

Sono 214 a Hong Kong e 48 a Macao, i ristoranti presenti sull’edizione locale della guida Michelin, che conferma l’anima internazionale di queste regioni a statuto speciale in cui emergono nuovi talenti rientrati in patria dopo esperienze in giro per il mondo accanto a grandi nomi della ristorazione internazionale che hanno qui i loro outlet. Quel che è certo, è che il panorama gastronomico, in questa parte del mondo, è in grande fermento.

Umberto Bombana

Michelin Hong Kong

Hong Kong, la più smaliziata tra le due città, conferma la testa della classifica con le tre stelle all’inossidabile Umberto Bombana con 8 1/2 Otto e Mezzo, forse l’italiano più famoso e premiato in oriente, L’Atelier de Joël Robuchon e Caprice, in rappresentanza della cucina francese contemporanea, i cantonesi Forum e T’ang Court, i nipponici Sushi Shikon e  Ta Vie. Tutto invariato, insomma. La novità si annida nel secondo scalino del podio dove la compagine si fa sempre più assortita: se non mancano insegne di cucina francese come Amber (anche stella verde) e L’Envol, si conferma la presenza di cucina cantonese, Rùn, Tin Lung Heen, Ying Jee Club, Lai Ching Heen, Lung King Heen acanto a locali di cucina innovativa come Arbor, Bo Innovation e Tate. Per l’Italia c’è Octavium e – neo promosso – Noi di Paulo Airaudo (in foto di apertura con Luigi Troiano).

Cucina italiana a Hong Kong passa per l’Argentina

«Noi è l’estensione di Amelia in Asia, dove ovviamente utilizziamo prodotti locali nelle nostre creazioni» dice Paulo Airaudo, chef argentino dal cuore italiano, già due stelle con Amelia a San Sabastian (primo chef straniero a ricevere due stelle Michelin nei Paesi Baschi), recentemente approdato anche in Italia, al Luca’s di Firenze con la sua cucina a tutto gusto, che convince a suon di prodotti stratosferici. Nulla di cerebrale o complicato, semplicemente il meglio dei prodotti elaborati nel miglior modo possibile e presentati nella miglior maniera.

Il risultato? Due stelle in meno di due anni: noi ha infatti aperto a ottobre 2022 nel cuore del centro finanziario e della moda di Hong Kong. In Noi, Airaudo e l’executive Luigi Troiano (un resident di lusso, con esperienze da Frantzen, Maison Pic, Geranium o Maaemo) affiancati dal restaurant manager Marco Adreani, propongono un menu omakase stagionale che cambia ogni due o tre mesi: oltre 10 portate a suon di grandi materie prime, come i frutti di mare provenienti quotidianamente dal Giappone, in cui si percepisce l’eco della cucina nostrana, presentata in un locale dall’atmosfera rilassata (consideranbdo il contesto in cui si inserisce), e con quel tanto di scanzonato che rendono Airaudo un Mida della ristorazione: una quindicina di insegne in cui è sempre viva una certa italianità, 4 stelle (per ora…), e la certezza di un fun fine dining che non lascia indifferenti, soundtrack incluso.

Racines. Foto: Nicolas Wong. Sixteen Photography

Una stella e premi speciali a Hong Kong

Salgono a 60 i locali premiati con una stella, con le new entry di Mora, The Legacy House, locali moderni di cucina innovativa, e i ristoranti di cucina francese contemporanea Cristal Room by Anne-Sophie Pic, Racine Feuille di David Toutain (alla sua prima avventura fuori dalla Francia, anche stella verde), tra gli italiani ci sono Tosca di Angelo, cucina siciliana e vista straordinaria dal 102esimo piano, Estro, di cucina napoletana contemporanea. Mentre tra i Bib Gourmand quest’anno è stato premiato anche il ristorante e pizzeria Little Napoli.

Tre i premi speciali assegnati dalla Guida Michelin: Premio Sommelier, andato a Goshima Shinya del ristorante Godenya (una stella), grande conoscitore di sake di cui il ristorante vanta una collezione invidiabile. Premio Giovane Chef andato a Ming Fai Choi (classe 1991) del ristorante Mora di Hong Kong, (che ha appena ottenuto una stella). Premio Servizio di sala, assegnato a Lydia Yung del neostellato  The Legacy House di Hong Kong.

Robuchon au Dôme

Michelin: Macao perde un tre stelle

Uno scossone scuote invece la testa della Michelin Macao. La Las Vegas cinese, Città Creativa della Gastronomia dell’Unesco, diventata meta di turismo di lusso, perde un tre stelle con la retrocessione al secondo scalino del podio di The Eight al Grand Lisboa. Confermano la massima valutazione Jade Dragon e Robuchon au Dôme. Risultato clamoroso considerando quanto raramente la rossa decide di declassare i top restaurant.

Sale così a 6 il conto dei locali a due stelle a Macao: oltre a The Eight, ci sono Alain Ducasse at Morpheus, Feng Wei Ju, Wing Lei, Mizumi e – new entry tra i bistellati – The Huaiyang Garden, l’unico ristorante della selezione della Guida Michelin Hong Kong & Macao 2024 che presenta la cucina Huaiyang, con piatti di pesce di fiume spedito dalla regione due volte alla settimana. Presidio tricolore, il “solito” Bombana con 8 ½, che qui ha una stella (a differenza di Hong Kong dove ne conta tre). Tra i locali premiati con un macaron ci sono due nuovi ingressi: Chef Tam’s Seasons e Sushi Kinetsu, rispettivamente di cucina cantonese e di sushi.

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