Si chiamerà Olmo. E tirerà su la serranda entro fine anno, probabilmente agli inizi di dicembre. Si sa solo questo della nuova apertura di Davide Oldani, lo chef bistellato di D’O a Cornaredo, uno degli chef più avanguardisti e rinascimentali d’Italia, a cui il Gambero Rosso ha assegnato Tre Forchette con la guida Ristoranti d’Italia 2024. La novità è stata annunciata dallo stesso chef sul suo profilo Instagram con queste parole: “OLMO… perché è l’albero della piazzetta che abbiamo tanto a cuore e che ospita il D’O… perché è un albero molto longevo e ha radici robuste, ben piantate a terra e si sviluppa verso l’alto. Tutto coincide con uno dei nostri pensieri più forti… Terra su cui mettere i piedi e non solo cielo dove mettere i sogni! Terra, radici e via verso l’alto. Era un mio sogno condiviso e ora esiste. E’ un nuovo “luogo” dove saranno gli ospiti a decidere come definirlo”.
La stessa piazza
Ero a metà di luglio al D’O e in quell’occasione Oldani mi ha mostrato i lavori in corso in dei locali da lui rilevato che si trovano proprio di fronte al ristorante, sulla stessa piazza che l’allievo di Marchesi ha contribuito a restaurare, piazza della Chiesa, nella frazione di San Pietro all’Olmo del comune dell’hinterland milanese. Quel caldo venerdì di transenne e operai guardati dall’altra parte del vetro, Oldani mi fece capire che era un progetto a cui teneva molto e che sarebbe stata una vera sorpresa, ma non volle dirmi di più. E non ha voluto dire di più nemmeno ieri quando l’ho chiamato: “E’ una questione di rispetto per i sacrifici che abbiamo fatto per quel posto, non ha senso raccontarlo male, a pezzi, senza averlo visto. Presto saprete tutto”. Faccio un passo indietro.
Restano le suggestioni, le intuizioni. E i tre scatti postati in accompagnamento al messaggio: nel primo si vede un operaio con un martello sistemare l’insegna, la parola OLMO, in stampatello, in un font senza grazie, le fronde sopra, le radici sotto; il secondo è un piccolo video in bianco e nero nel quale si vedono alcuni operai lavorare in un cortile, tra nastro adesivo e secchi di vernice; la terza è una foto più chiara del bel logo, con la seconda O di OLMO con un’altra O inscritta, come a citare l’iniziale di Oldani e il D’O. Nella terza foto ci sono vari hashtag, tra i quali quello progetto_olmo parla chiaramente di “sostenibilità”, di “rispetto per il cibo”, di “maestri che guidano le nuove generazioni”. Abbastanza per pensare a un progetto a forte trazione green. Di sicuro, conoscendo Davide, sarà qualcosa che farà parlare.
ARTICOLO TERMINATO!
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