La proposta di legge per istituire una Giornata della ristorazione è arrivata alla Camera dei Deputati su iniziativa di un nutrito numero di esponenti della maggioranza di Governo, segnando così una passo avanti per il riconoscimento del settore all’interno delle istituzioni. L’evento è stato salutato durante una giornata di presentazione a Montecitorio. Soddisfazione espressa da operatori del settore, istituzioni presenti e ovviamente da Fipe, ideatrice, lo scorso anno, dell’iniziativa oggi adottata con questa proposta, «dalle piazza in cui esprimevamo il disagio durante l’emergenza sanitaria siamo arrivati alle aule del Parlamento dove viene ufficializzato un atto di forte valore simbolico e pieno di significato di cui siamo onorati e orgogliosi» dice Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe.
La proposta di Legge
«Onorevoli Colleghi! I pubblici esercizi sono l’espressione materiale di un settore ce in Italia rappresenta circa 43,5 miliardi di euro di valore aggiunto e occupa 1.2 milioni di addetti». Comincia così il testo della proposta di legge che parla di bar e ristoranti come presìdi di cultura e di economia diffusa, con un portato di socialità e radicamento nella storia del Paese da valorizzare e difendere «come atto civico orientato al bene comune» attraverso l’istituzione di una Giornata della ristorazione. Il suo prototipo è da rintracciare nell’omonima iniziativa promossa da Fipe lo scorso anno, il 28 aprile, numero zero di un evento che da oggi in poi avrà una data definita per legge, il terzo sabato di maggio, come scritto nell’articolo 1 della proposta in cui si sanciscono anche i princìpi a cui si ispira: inclusione e sostenibilità, innovazione, sicurezza e legalità, promozione dell’immagine della filiera (gli stessi contenuti del Manifesto della Ristorazione). Nel testo si annuncia l’istituzione di un riconoscimento: 10 medaglie conferite ad altrettanti imprenditori di settore che si distinguano per l’impegno in ambito di sostenibilità, inclusione, innovazione, sicurezza, legalità e per l’immagine dell’intera filiera. (art. 2 comma 2). Sarà il Ministero delle imprese e del Made in Italy a stabilire le modalità e i termini per la presentazione delle candidature delle medaglie.
Cosa è la Giornata della Ristorazione
Ma in cosa consiste la Giornata della ristorazione? Si tratta di un evento diffuso che coinvolge i pubblici esercizi in Italia e all’estero «quali agenzie culturali del territorio e del made in Italy (art. 1 comma 2), con iniziativa libera delle aziende della ristorazione, di soggetti pubblici e privati, istituzioni locali e nazionali, che possono organizzare attività di vario genere per promuovere e celebrare la ristorazione, con i suoi valori e i sui principi. Per ogni edizione, inoltre, si individua un tema simbolico (lo scorso anno era il pane, come elemento alla base dell’alimentazione e della cultura alimentare). L’edizione di quest’anno, il 18 maggio 2024, ha come tema Economia e ospitalità ponendo l’attenzione sul modello di economia proposto dalla ristorazione italiana in cui il cibo è elemento di socialità, ospitalità, appartenenza ma che si apre anche all’innovazione della proposta e dell’offerta, sempre più differenziata. A oggi sono oltre 10mila le attività in Italia che hanno aderito alla Giornata, cui si aggiungono quasi mille ristoranti italiani all’estero e 85 associazioni.
Al momento, niente soldi
L’articolo 4 recita: «All’attuazione delle disposizioni previste dalla presente legge si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Significa che questa iniziativa è a costo zero, o – se vogliamo guardarla da un altro punto di vista – che non ci sono investimenti concreti «per valorizzare e rafforzare il ruolo della ristorazione italiana». E se tutte le voci presenti hanno sottolineato il valore della ristorazione nell’economia e nella società italiana, di contro nulla di tangibile per ora è messo sul piatto per migliorarne la situazione.
Non si fa sfuggire l’occasione di un commento, Lino Enrico Stoppani: «Questo è il primo passo, ci aspettiamo però qualcosa anche dalle politiche di bilancio per un settore che è pieno di valori, ma anche di problemi e marginalità per superare i quali c’è bisogno di leggi corrette che incentivino e sostengano il settore». La ristorazione è dunque un capitale italiano che va messo al centro di una visione strategica del sistema paese. Basta guardare cosa fanno in nostri vicini: «Ci sono paesi che hanno politiche dedicate al cibo considerato un vero soft power, mentre l’Italia rischia di rimanere ferma a causa della dispersione di competenze e del frazionamento tra diverse istituzioni».
Uno sguardo al resto d’Europa è suggerito anche dalla presenza di Alexandros Vasillikos, Presidente di Hotrec, associazione di operatori del settore dell’ospitalità che riunisce 47 associazioni nazionali in 36 Paesi europei per sostenere «l’importanza strategica della cooperazione tra il livello nazionale ed europeo» e sottolineare, a poche settimane dalle elezioni europee, le richieste di un settore che sta affrontando molte sfide e che necessita di nuove leggi che ne supportino la crescita e la sostenibilità: «Riconoscere il turismo come un centro economico e sociale che crea milioni di posti di lavoro, sostenere politiche fiscali eque aiutare le aziende per adottare un approccio più sostenibile, avere una giusta ed equilibrata concorrenza sul mercato che si muove sempre più attraverso canali di innovazione e digitalizzazione», ambito in cui sono presenti players che sfuggono alle regole Ue sul mercato digitale.
Per tutti questa giornata rappresenta un taglio con il recente passato, quello segnato dal Covid, con i dati che rimandano a quelli pre-pandemia e che fanno ben sperare anche se – è il sentire comune degli operatori del settore presenti – la situazione è ben diversa rispetto a cinque anni fa: marginalità sempre più ridotta, difficoltà a trovare personale professionalizzato e formato. E qui emerge un altro tasto dolente: la necessità di ripensare alla formazione «perché gli istituti alberghieri non siano più considerati come scuole di secondo ordine rispetto ad altre» dichiara il Ministro Francesco Lollobrigida. «Bisogna credere nella formazione professionale, credere nella filiera e credere nella nella specializzazione delle competenze» dice Ilaria Cavo, una dei firmatari della proposta di legge, che aggiunge: «se veramente vogliamo sostenere il settore dobbiamo insistere su questi argomenti. La difficoltà di reperire personale è un tema su cui concentrarci. Bisogna rendere strutturali i finanziamenti del Pnr per andare avanti con personale più qualificato».
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