Millennials e Generazione Z hanno le idee chiare sul mondo post-pandemia e sui fattori che dovranno guidare le scelte delle imprese in ogni settore. Sostenibilità ambientale e lotta contro il riscaldamento globale sono, infatti, le priorità, e i giovani ricercano in ogni ambito realtà capaci di rispecchiare questi valori. Anche in agricoltura dove – sia come consumatori sia come imprenditori agricoli – scelgono l’innovazione, il green e l’economia circolare.
Questo è quanto emerge dal 3° numero dell’Osservatorio del mondo agricolo dal titolo “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy” realizzato da Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di Previdenza per gli Addetti e gli impiegati in agricoltura, e dal Censis. Perché proprio l’agricoltura è al centro dei pensieri dei giovani dai 16 ai 35 anni? Scopriamolo!
Il mondo post-Covid-19 secondo Millennials e Generazione Z
Per quasi nove giovani italiani su dieci l’agricoltura è un settore capace di creare occupazione di qualità e sarà fattore di traino e di sviluppo anche per turismo e filiera del food dell’Italia post-Covid. Millennials (i nati tra il 1981 e il 1996) e Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2010) hanno le idee molto chiare a proposito di cosa si intende per sostenibilità in ambito agricolo, ovvero la contaminazione e la compresenza tra l’utilizzo di tecniche, strumenti e metodi che rispettano l’ambiente.
Le imprese agricole, secondo i giovani, hanno inoltre la possibilità di essere coerenti con stili di vita digitali e aperti ai principi dell’economia circolare. In questo modo, ritengono che proprio l’agricoltura possa essere stimolo per la crescita dopo l’emergenza Covid-19. E, anzi, il 91,7% dei giovani è favorevole alla destinazione di aiuti alle imprese agricole che puntano sulla sostenibilità ambientale.
Come si legge, “la riscoperta del rapporto con l’agricoltura non è più, come per i baby boomers, sinonimo di passato, di quel che è stato, ma sempre più come ecosistema di pratiche e valori in sintonia con la società che i giovani vorrebbero”.
Meno sprechi e più km zero: i consumi sostenibili dei giovani
L’indagine dell’Osservatorio, dunque, si sofferma su intenzioni e priorità di Millennials e Gen Z sia in quanto consumatori sensibili al tema della sostenibilità sia in quanto agricoltori. In ogni ambito, i giovani dichiarano che sono pronti a fare la loro parte. Il 62,8% farà sempre maggiore attenzione a ridurre gli sprechi, il 46,7% presterà attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti, il 32,2% acquisterà prodotti locali. La scelta del km è fatta sia in ottica di ricerca della genuinità sia di un minor inquinamento ambientale. Infine, il 32,1% del campione di Millennials e Gen Z intervistata ha dichiarato di voler evitare di acquistare prodotti o confezioni in plastica, un tema particolarmente sentito dai più giovani.
Secondo il Presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza, “i dati dell’Osservatorio dimostrano ancora una volta come il settore agricolo costituisca un asset strategico per l’economia nazionale e per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. L’agroalimentare è il settore del futuro e sarà il traino per la ripresa economica del Paese post pandemia. A mio avviso – aggiunge Piazza – sono tre i cardini su cui puntare: innovazione tecnologica, sostenibilità e giovani. Soprattutto bisognerà sostenere concretamente questi ultimi, convinti che il percorso post Covid sarà lungo e difficile, ma al tempo stesso determinati nel realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi. Stabilità del lavoro e protezioni sociali costituiscono le maggiori incertezze delle nuove generazioni, ma anche il terreno su cui verranno misurate le istituzioni e la rappresentanza politica”.
Giovani imprese di giovani agricoltori
I nuovi imprenditori agricoli conoscono le priorità, le esigenze e i valori dei coetanei, e li traduco in pratica nelle loro aziende in tutta le Penisola. Negli ultimi 10 anni, confermano Fondazione Enpaia e Censis, l’11,3% delle nuove realtà registrate hanno un titolare e una titolare giovane. Ciò significa che sono 32.000 le aziende il cui titolare è un Millennial o un appartenente alla Generazione Z.
Queste aziende hanno delle caratteristiche in comune: l’alta densità di tecnologie e l’integrazione sul campo dell’Ict. Non sorprende, in tal senso, lo sviluppo e il successo di start up fortemente innovative, create da team di giovani che uniscono competenze specialistiche con una passione per il mondo agricolo.
Un esempio è Elaisian, pluripremiata piattaforma che consente agli olivicoltori di monitorare a distanza ciò che avviene sui terreni, di prevedere quello che accadrà e, di conseguenza, prevenire le difficoltà. Mentre la convergenza tra i valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente con la tecnologia è testimoniato da Beeing, che ha sviluppato un antifurto GPS specifico per le arnie, aiutando gli apicoltori a preservare la loro attività così preziosa per gli imprenditori agricoli, ma anche per il pianeta.
Come testimonia anche il fondo messo a disposizione dalla Commissione Europea per favorire l’inserimento dei giovani nel settore agricolo, il ritorno di attenzione a questo ambito da parte di Millennials e Generazione Z non ha un impatto positivo soltanto a livello micro – sui giovani e sulle loro famiglie – ma anche sul territorio e sulla società. Nella stessa direzione anche il programma italiano “Donne in campo” che si rivolge a giovani ragazze che desiderano avviare una loro impresa agricola coerentemente con questi valori. In particolare, la Commissione Europea ribadisce che “sostenere la prossima generazione di agricoltori europei non solo migliora la competitività futura dell’agricoltura europea, ma contribuisce anche a garantire l’approvvigionamento alimentare dell’Europa per gli anni a venire.”
Anche voi ritenete che la sostenibilità sarà il valore cardine della ripresa?
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