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La prima Soho House italiana apre Roma. Tutto quel che c’è da sapere

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“Cercavamo la Shoreditch italiana, fuori dai circuiti turistici” diceva qualche tempo fa Nick Jones, fondatore e ceo di Soho House, per spiegare la scelta della sua prima location italiana. L’esclusivo gruppo dell’ospitalità ha infatti – a sorpresa – puntato sul quartiere romano di San Lorenzo, superando a destra la ben più glamour Milano (dove aprirà nel 2023 nel quartiere Brera) e buttandosi nella mischia di una zona ancora non del tutto addomesticata. Coerente con l’anima del gruppo nato nel 1995, che a Parigi ha aperto a Pigalle in un edificio che è stato casa di Jean Cocteau, e a Tel Aviv in un ex convento, solo per fare un paio di esempi.

Soho House roma

Soho House

Soho House è un club privato come si vedevano un tempo e di cui ancora oggi non mancano esperienze in tutto il mondo, ma con qualcosa in più: la capacità di rivolgersi a una clientela cool, creativa, giovane (spesso ma non sempre: anche su questo si sono spese parecchie parole), artisti, gente capace di dettare tendenze mondiali. Il criterio, insomma, è la figaggine. Non basta infatti pagare la quota annuale – alta sì, ma non altissima: 2.200€ annui per tutte le House, 1.800 per la Soho House Locale, cifre che si dimezzano per gli under 27 – per diventare socio di una delle sedi (una trentina in tutto il mondo): come nelle migliori tradizioni del caso, per fare parte di questo club bisogna essere presentati da un membro e poi accettati da qualcun altro, con una lista d’attesa che qualche anno fa si vociferava fosse arrivata a 4 zeri. E pare che non sia mancata qualche bocciatura importante. Le leggende sulle Soho si sprecano: qui pare ci sia stato il primo incontro tra Henry e Megan, qui pare sia nata l’idea di Spotify. Pare, sì, perché la riservatezza è un motivo di vanto. Non a caso Chiara Ferragni è stata bannata per 3 mesi per il suo (ab)uso dei social che le Soho House non guardano con favore. Insomma: se Johnny Depp è qui a fare due chiacchiere, di certo vuole stare in santa pace.

La prima Soho House italiana di Roma

Inaugurata con un (comprensibile) ritardo rispetto al previsto, la prima Soho House tricolore è una delle più grandi al mondo: 49 stanze e 20 appartamenti distribuiti su 10 piani, l’immancabile piscina all’attico, rivestita di piastrelle rosse, con bar, pizzeria e ristorante d’ordinanza accessibili solo ai soci che possono godere di una vista panoramica sulla città anche in inverno, grazie alla struttura riscaldata. E poi spa e palestra (tra settimo e ottavo piano), cinema privato, ristorante House Kitchen e lounge Drawing Room (al nono), Soho Works, spazio per il coworking per chi cerca flessibilità e un ambiente rilassato e stimolante. Qua e là pezzi di modernariato d’autore e d’arte contemporanea (sul tema dei Santi e dei Peccatori con, tra le altre, opere di Gianni Politi, Nico Vascellari, Silvia Gambrone), secondo uno stile ben riconoscibile, quello firmato dal team interno Soho House Design, che ha voluto anche la facciata rivestita in travertino al piano terra e qualche elemento industriale, per strizzare l’occhio all’edificio della Fondazione Pastifico Cerere poco distante. Ad accogliere gli ospiti, il grande bancone al piano terra che porta al bar, tra mobili di oggi e di ieri. Un posto in cui stare come a casa propria, mangiare, rilassarsi, e – cosa non secondaria – incontrare. Chi? Persone della propria cerchia, anche solo potenziale, gente arrivata o da poco affacciatasi nel mondo del lavoro, tutti quei Global Members Club che oggi possono contare su un indirizzo in più. A parlarci di questo nuovo indirizzo, Giorgia Tozzi, General Manager Soho House Rome.

Come si inserisce la nuova Soho House nel contesto urbano di Roma?

Il nostro obiettivo per Soho House Rome è creare uno spazio inclusivo in cui i nostri membri possano mangiare, bere e incontrarsi. Roma è una città molto creativa e penso che abbiamo molto da offrire ai nostri membri e ospiti qui.

A Soho House puoi fare tutto sotto lo stesso tetto; incontrare persone, lavorare, pranzare, guardare un film, andare a un evento, andare in palestra o in piscina e avere anche accesso a 31 Houses in tutto il mondo, il tutto a una quota associativa molto ragionevole. Speriamo che i romani lo vedano come una preziosa aggiunta alla città.

San Lorenzo è un quartiere molto particolare: con grandi potenzialità e grandi problemi, spesso una reazione di difesa nei confronti dell’arrivo di “investitori esterni”. C’è degrado, mala movida, ma anche grande vivacità culturale e artistica. Quale è la vostra percezione? 

Vogliamo far parte e contribuire a ogni città e quartiere in cui ci troviamo. Non andiamo mai in un posto nuovo pensando di avere il diritto di avere successo o di volerlo, è importante che ci integriamo nella cultura e proviamo creare qualcosa che funzioni per San Lorenzo e per i romani.

A mio parere, c’è sempre stata una percezione sbagliata di San Lorenzo a causa dell’atteggiamento eclettico e anticonformista che le persone hanno qui. Una volta che provi l’atmosfera, è un posto molto stimolante. Una cosa è certa, San Lorenzo ha facce diverse, quella dell’arte e delle gallerie, quella dei tanti studenti, quella delle autentiche botteghe come i laboratorio del marmo o le tipiche botteghe alimentari italiane. E infine, la movida notturna che prende il sopravvento dopo una certa ora della sera.

Come pensa sarà accolto l’arrivo di Soho House, cosa ti aspetti dal quartiere e quali sono stati i primi riscontri?

Ci piace un’area che vive con un po’ di eccitazione alla Soho House, e finora siamo stati ricevuti molto calorosamente; è stato fantastico vedere così tante persone venire House e capire un po’ di più su ciò che facciamo.

Sono state pianificate azioni per il quartiere? iniziative porte aperte, eventi?

Ospitiamo visite guidate per le persone e le imprese locali. Vogliamo lavorare in partnership con il vicinato, molti abitanti li ho incontrati personalmente nella struttura. Abbiamo anche eventi settimanali per i membri e ogni membro può portare fino a 3 ospiti: speriamo che questo incoraggi molte persone di San Lorenzo e di tutta Roma a venire a scoprire Soho House.

Chi vi aspettate saranno i vostri ospiti a Roma?

Siamo molto inclusivi: non importa da dove vieni, cosa fai, quanto guadagni. Devi solo adattarti a ciò che significa essere un membro della Soho House: persone oneste e gentili con un’anima creativa.

Quali sono gli spot F&B della nuova Soho House?

Il Club al 9° piano, la Terrazza di Cecconi che aprirà a febbraio 2022 sul tetto e il Ground Floor Studio, dedicato anche ai nostri soci Soho Friends.

C’è una proposta gastronomica particolare? Ci sono spazi ristorante aperti anche ai non soci?

Sì! Accanto ai nostri piatti “House Favourite” che si possono trovare presso le Soho House di tutto il mondo, abbiamo fatto molte ricerche per creare un menu che promuova la gastronomia romana. La nostra casa è aperta solo ai soci (i Soho Friends possono accedere anche al piano terra), ma possono portare fino a 3 ospiti in qualsiasi momento.

Chi il capo chef e chi il manager F&B?

Il nostro capo chef è Claudia Straforini e Luciano Zanazzo, vicedirettore generale, con la sua lunga esperienza in questo campo, supervisiona anche tutti i nostri cibi e bevande della casa.

A Roma ci sono tante realtà, giovani chef di grande talento, innovatori. Soho House dialogherà con loro?

Sì, questo è qualcosa che facciamo in tutto il mondo e non vediamo l’ora di programmare queste attività con i nostri membri, ristoranti locali, chef famosi ed emergenti a Roma.

Ci sono differenze tra la Soho House di Roma e le altre?

Soho House ha sempre avuto molti italiani che lavorano nell’azienda in tutto il mondo, e abbiamo Cecconi’s, che è gestita da italiani.

C’è una specificità italiana nell’ospitalità che ha preso in considerazione?

Tutto ciò che facciamo è migliorare le cose per i nostri membri, e questo non cambierà il modo in cui gestiamo la Soho House Roma, ma abbiamo progettata la struttura, i nostri menu e gli eventi per essere unici in questa città. Tutto sarà fatto con un piccolo fascino italiano in più qui!

Quanti posti di lavoro porta Soho House a Roma? Il personale, soprattutto nei ruoli dirigenziali, è italiano o inglese?

Abbiamo in programma di avere circa 240 dipendenti a Roma. Vogliamo portare lavoro sul territorio e speriamo che i nostri team abbiano carriere gratificanti nell’ospitalità, sia in Italia che all’estero. Siamo molto impegnati nella formazione e nel fornire opportunità alla Soho House.

Sappiamo che siete una azienda virtuosa dal punto di vista delle condizioni di lavoro: orari, contratti, equità retributiva. In Italia c’è una grande difficoltà nel reperire personale nel settore F&B. è anche il vostro caso?

Siamo stati fortunati che molti membri del nostro team di apertura fossero già nella famiglia Soho House, a Londra o nelle altre Houses in giro per l’Europa. Da italiani, non vedevano l’ora di tornare a casa e aiutarci ad aprire la prima Soho House in Italia.

Quali sono le strategie per rendere il mondo dell’ospitalità più a misura di dipendente e imprenditore?

Stiamo reclutando anche dall’area locale e tutti coloro che si uniranno avranno l’esperienza di formazione completa alla Soho House. Crediamo che un ambiente positivo, l’onestà e la fiducia sul lavoro siano davvero importanti. Rispettare e prendersi cura delle nostre persone è fondamentale per noi: noi crediamo in loro e loro credono in noi. Semplice ma fondamentale!

Soho House Rome -Roma – via Cesare De Lollis, 12 – www.sohohouse.com

 

a cura di Antonella De Santis

ARTICOLO TERMINATO!

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