Modello di integrazione, solidarietà, ma anche esempio della capacità imprenditoriale di chi sa riconoscere il valore e l’impegno dei singoli per metterli insieme e fare una grande squadra. Una squadra in cui la somma dei componenti supera il valore individuale dei singoli. Succede a Modena, dove 27 ragazzi autistici sono da anni protagonisti del progetto dell’associazione Il Tortellante, laboratorio terapeutico-abilitativo dove giovani e adulti imparano a produrre pasta fresca fatta a mano. L’iniziativa è stata un successo, per i ragazzi, le loro famiglie, ma anche per i risultati ottenuti nella qualità del prodotto tanto da essersi meritato il Premio Bontà by EmiliaFoodFest, dedicata alle eccellenze del territorio emiliano-romagnolo. Premio che sarà consegnato all’Associazione a Carpi il 24 settembre.
Il premio al Tortellante: non è il solo riconoscimento
Il progetto sostenuto anche da Massimo Bottura e da Lara Gilmore è un vero e proprio laboratorio terapeutico-abilitativo, diventato un case history, che è riuscito a mettere insieme la tradizione culinaria con l’intento di sostenere la ricerca dell’autonomia lavorativa delle persone con Disturbo dello Spettro autistico (Asd). Un altro importante apprezzamento del lavoro dei 27 ragazzi arriva dal successo delle vendite, così importante al punto da suggerire all’Associazione di aprire un nuovo laboratorio che presto sarà inaugurato.
Il progetto solidale
L’iniziativa è partita grazie alle dottoresse Valentina Ciulla, Sabrina Morgillo, Elena Orlandi. L’idea di partenza è venuta proprio ai genitori dell’associazione e ha presto raccolto la benedizione di Massimo Bottura, che da tempo supporta l’associazione con sua moglie. E le parole rilasciate alla stampa locale dalla presidente di Aut Aut Erika Coppelli confermano la versatilità di un’attività simile, “perfetta per i nostri ragazzi perché alcuni degli aspetti limitativi propri dell’autismo si rivelano punto di forza: il perfezionismo, l’inclinazione alle attività ripetitive, l’abitudine a disporre tutto ordinatamente per file. Abbiamo scoperto che in molti hanno un vero e proprio talento per confezionare tortellini, e che anche i soggetti più compromessi raggiungono risultati inaspettati”.
Nonne insuperabili
Una grande mano ai ragazzi arriva dalle nonne, le rezdore emiliane che custodiscono la tradizione della pasta fresca, riunite in un piccolo gruppo a sovrintendere il lavoro, perché le pratiche tradizionali siano rispettate.
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