«Il perdurare dell’incertezza economica sta influendo sulla capacità di spesa degli italiani». Non ci sono dubbi sulla principale causa del calo delle vendite di vino sul mercato nazionale, nei primi sei mesi del 2024, secondo l’ultimo report firmato da Wine monitor di Nomisma (ne abbiamo parlato anche sul settimanale Tre Bicchieri del 5 settembre) Le vendite al dettaglio di vino in Italia diminuiscono di quasi il 3% a volume e crescono poco meno dell’1% in valore rispetto a un anno prima, secondo le rilevazioni fatte in collaborazione con NielsenIQ. A perdere sono tutti i format distributivi ma non tutte le categorie di vino. I fermi e i frizzanti sono maggiormente penalizzati nel canale online ma meno nei discount. Gli spumanti, invece, crescono in tutti i comparti con maggiore percentuale nel discount, ma non nel segmento cash&carry.
Sui consumi pesa il minore afflusso di turisti
«L’incertezza ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante», spiega Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma, ricordando come dopo una crescita dei consumi alimentari (che sommano food&beverage) nel canale Horeca del 7% nel primo trimestre 2024 (rispetto allo stesso periodo 2023), il secondo trimestre abbia rallentato, con una variazione del +4,5 per cento. «Su questa dinamica – ha proseguito – ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti, con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani».
Segnali di timida ripresa dall’export
Le esportazioni, va detto subito, sono ancora in terreno negativo ma dal -9% in valore del primo trimestre si è passati a un -4% primo semestre 2024 (dato cumulato). Il che indica una ripresa, considerando i principali 12 mercati globali acquirenti di vino italiano. Nel dettaglio, a soffrire particolarmente sono Germania (-9%) e Paesi asiatici (ovvero Giappone, Corea del sud e Cina), mentre guadagnano gli Stati Uniti (+5,7%), Regno Unito (+4,7%), Canada (+1,3 per cento) e Brasile.
Chi sale e chi scende tra le categorie
Fermi e frizzanti italiani limano le perdite all’estero, con un -2% a valore nel secondo semestre rispetto al primo semestre 2024, grazie a Usa, Uk, Canada e Brasile. Gli spumanti crescono del 4,5% nel giro d’affari per merito di Usa, Uk, Francia, Canada, Australia e Brasile. A perdere terreno sono, invece, mercati altrettanto importanti come Germania, Svizzera e Giappone. Tra i vini a denominazione, il Prosecco prosegue a crescere: il dato dei 5 mesi 2024 segna +12% a valore; in recupero, dopo essere stati in sofferenza in tutto il 2023, i vini rossi Dop della Toscana (+6%) a differenza dei rossi Dop del Piemonte, ancora in terreno negativo con un -2 per cento.
La Francia è il grande malato. Risale l’Australia
La Francia è definita il grande malato, dal momento che il giro d’affari del vino transalpino nel semestre segna un -10% (-17% Champagne, -16% rossi di Bordeaux, -7% Borgogna). Non brilla la Nuova Zelanda (-3%). Positivo, invece, il bilancio tra gennaio e giugno per Spagna, Cile e Stati Uniti. Da segnalare il rimbalzo dell’Australia (+28%), dopo il crollo del 2023. Secondo Pantini, il recupero si spiega con la «fine dei super-dazi che il Governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno». Infatti, esclusa la Cina, l’export di vino australiano nel resto del mondo nei primi sei mesi 2024 scende dell’11 per cento.
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