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È tornato lo scorbuto e la colpa è dei cibi ultraprocessati (ma soprattutto del carovita)

Se nel 2024 ci ritroviamo a scrivere di scorbuto la colpa è dei cibi ultraprocessati. O meglio, della disparità economica che costringe molte persone a nutrirsi prevalentemente di questi alimenti dannosi per la salute, collegati a ben 32 malattie. È accaduto a Perth, in Australia, dove un uomo è stato ricoverato per quella che era da tempo considerata una malattia ormai andata, che si è ripresentata con il costo della vita sempre più alto.

carne in scatola

Cos’è lo scorbuto, la malattia dei marinai (che ha dato vita ai cibi in scatola)

Partiamo dal principio: si tratta di una problematica dovuta a una grave carenza di vitamina C, comunissima durante tutto il Settecento tra i marinai che rimanevano per mesi a bordo delle navi senza cibo fresco. È proprio per sconfiggere questa malattia che nacquero alcuni dei cibi in scatola più famosi: l’esploratore inglese James Cook, durante la prima spedizione a sud dell’Oceano pacifico del 1768, introdusse i crauti in barile per assicurarsi che i suoi uomini integrassero un po’ di vegetali nella loro dieta. La prima vera lattina a bordo arrivò nel 1818, grazie a un altro inglese di nome John Ross, che portò delle scatole di carne e verdure conservate prodotte dalla Donkin&Gamble, le stesse che in seguito sfamarono gli equipaggi delle navi di Sir John Franklin, diretti al Polo Nord e rimasti intrappolati tra i ghiacciai per due anni.

Gengive sanguinanti, uno dei sintomi dello scorbuto

Il nuovo caso di scorbuto in Australia

La notizia recente, invece, è arrivata lo scorso 23 ottobre con una pubblicazione sulla rivista scientifica BMJ Case Reports, dove i medici australiani hanno riportato il caso del 51enne che si è presentato all’ospedale Sir Charles Gairdner con minuscoli puntini rossastri tendenti al marrone, simili a un’eruzione cutanea, su entrambe le gambe. Nonostante le indagini approfondite (analisi del sangue, biopsie cutanee e una TAC), l’equipe non riusciva a venirne a capo, e intanto il paziente peggiorava sempre di più, con l’eruzione che continuava a diffondersi in tutto il corpo. I medici hanno poi scoperto che l’uomo era disoccupato e viveva da solo: si nutriva principalmente di cibi ultraprocessati, saltando spesso i pasti. Non poteva più permettersi neanche gli integratori vitaminici che gli erano stati prescritti anni prima, e così i dottori hanno individuato una serie di carenze nutrizionali, tra cui la vitamina C, non rilevabile dalle analisi.

Come il costo della vita sta facendo riemergere malattie del passato

«Non mi aspettavo una diagnosi simile» ha dichiarato il dottor Andrew Dermawan, che ha seguito il caso. Dopo avergli prescritto 1000 milligrammi di vitamina C al giorno, un integratore di vitamina D3, acido folico e un multivitaminico – oltre a un piano alimentare specifico creato da un dietologo – i medici sono riusciti a risolvere i sintomi dello scorbuto nel paziente. Fortunatamente, con gli integratori a disposizione oggi è facile risolvere il problema, ma secondo Dermawan il vero rischio è quello di non riuscire a diagnosticare la malattia, considerandola appartenente al passato. Per questo l’equipe ha scelto di condividere l’articolo con i colleghi degli altri paesi e continenti, per avvisare che «lo scorbuto sta ritornando con l’aumentare del costo della vita».

Il caso australiano è particolare, perché il paziente in questione aveva subito un intervento di chirurgia bariatrica otto anni prima: «Le persone a cui è stata rimossa una parte dello stomaco possono avere difficoltà ad assorbire i nutrienti» ha spiegato il dottore, «creando un fattore di rischio per lo scorbuto, insieme ai disturbi gastrointestinali, l’alcolismo e la dialisi». Il punto, però, è che le condizioni economiche avverse sono una realtà comune in tutto il mondo e il pericolo di carenze alimentari – che possono portare poi a conseguenze gravi come lo scorbuto – è concreto. La maggior parte delle persone che consumano abitualmente cibi ultraprocessati sono costrette a farlo: chi è nato dalla parte “giusta” del mondo può scegliere per la propria salute, ma non a tutti è concesso questo privilegio, e i danni alimentari colpiranno per primi sempre i più deboli.

 

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