Il governo italiano – nonostante la vicinanza politica dimostrata al 47esimo presidente degli Stati Uniti – è preoccupato per i possibili dazi annuncianti da Donald Trump sui prodotti provenienti dall’Europa, agroalimentare compreso. A confermalo è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine dalla presentazione alla Farnesina della nona edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, in programma dal 18 al 24 novembre. Un evento nato per valorizzare all’estero le eccellenze del settore agroalimentare ed enogastronomico italiano, sostenendo le esportazioni, l’internazionalizzazione e i flussi turistici in entrata. Ma su cui emergono ancora incognite per le prossime mosse provenienti da oltreoceano. «Il nodo dei dazi è un problema che riguarda il settore agroalimentare, soprattutto per la produzione dell’Umbria e della Toscana», ha commentato il vicepremier ai microfoni del Gambero Rosso. «Sarà mia cura come ministro anche del Commercio Internazionale affrontare questa questione con la prossima amministrazione americana per vedere tutelate nel modo migliore le nostre esportazioni e i nostri prodotti», ha aggiunto.
Una preoccupazione, quella per l’agroalimentare e per il vino nostrano (vino graziato durante la scorsa presidenza del Tycoon), condivisa anche con gli esponenti della filiera produttiva agro-industriale italiana, da Confagricoltura, Coldiretti fino a Ice, come ricordato dal suo direttore generale, Lorenzo Galanti: «Il settore agroalimentare genera ben 335 miliardi di euro di valore, pari al 19% del Pil italiano, di cui 119 miliardi solo dall’export. Un vero e proprio modello che garantisce all’Italia un ruolo cardine in Europa, con ben 891 indicazioni geografiche, e che non deve essere messo in discussione».
Al lavoro per un accordo Mercosur
E proprio sulla leadership dei Paesi europei nel mondo, emergono ancora dubbi per quanto riguarda l’accordo commerciale Ue-Mercosur sul libero scambio, soprattutto dopo le parole di chiusura da parte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. «Io sono favorevole alla conclusione dell’accordo – ha precisato al Gambero Rosso Tajani – ma ci sono ancora dei punti controversi in modo particolare quelli che riguardano l’agricoltura. Ci sono riserve da parte francese, ma anche riserve italiane. Credo che poi alla fine l’accordo si troverà, ma non può essere un accordo che sia penalizzante per le nostre imprese, tutto qua. Io sono assolutamente favorevole alla conclusione. Si tratta di lavorare per trovare la giusta soluzione», ha chiosato.
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