Tutti i cibi ultraprocessati fanno male, ma alcuni fanno più male di altri. La soda, per esempio, e tutte le bibite gassate e addizionate di zucchero. E poi i prodotti a base di carne eccessivamente lavorata, carichi di additivi e conservanti, come gli hot dog, i wurstel, le cotolette industriali. La lista continua, ma a quanto pare queste due macro-categorie sono molto più dannose di altre per il nostro organismo: evitarle è l’unica soluzione.
Il più grande studio sui cibi ultraprocessati negli Stati Uniti
A parlare è Josiemer Mattei, professoressa di nutrizione presso l’Harvard T.H. Chan School of Public Health. Insieme a un gruppo di colleghi, lo scorso settembre la dottoressa ha pubblicato uno degli studi più ampi mai realizzati sul legame tra cibi ultraprocessati e salute cardiovascolare, prendendo in esame più di 200mila adulti negli Stati Uniti, che negli anni hanno risposto a un questionario dettagliato sulla loro alimentazione, partendo dagli anni ’80 e ripetendo il test ogni due o quattro anni fino a oggi. I risultati della ricerca sono stati combinati a quelli di altri 19 studi, per un’analisi separata su circa 1.25 milioni di adulti
Dopo aver aggiustato fattori di rischio come il fumo, la genetica e l’esercizio fisico, i ricercatori hanno scoperto che gli intervistati che hanno consumato più cibi ultraprocessati avevano l’11% di possibilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari, e il 16% in più di sviluppare malattie coronariche, rispetto a chi ha mantenuto una dieta più sana. I consumatori più accaniti di ultraprocessati, poi, avevano anche una maggiore chance di andare incontro a ictus.
Bibite gassate e carne ultraprocessata, i nemici della salute
Una categoria molto ampia, quella degli alimenti ultraprocessati e che, come ricorda il New York Times, costituisce circa il 73% della fornitura di cibo statunitense. Il limite della ricerca, naturalmente, riguarda il grande lasso temporale, che non tiene conto di eventuali cambiamenti delle ricette di alcuni prodotti, in particolare dei cereali. Resta comunque uno degli studi più ampi sul tema, che «dimostra che mangiare cibi ultraprocessati è collegato a problemi di salute» sottolinea Mattei, ma soprattutto fa una distinzione tra i diversi prodotti. Bevande zuccherate e carne lavorata sono le categorie più a rischio delle 10 prese in esame: una volta escluse dai dati, è scomparso anche il rischio associato al consumo di cibi ultraprocessati, come ha spiegato Kenny Mendoza, ricercatore che ha condotto l’analisi.
I cibi a rischio ridotto
Ci sono poi cibi associati a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari, come i cereali per la prima colazione, gli yogurt zuccherati e aromatizzati, i gelati (si parla di ice cream statunitense) e gli snack confezionati come popcorn e crackers. Questa differenza dipende dal tipo di lavorazione: le carni lavorate, per esempio, sono ricche di sodio e grassi saturi, le bibite gassate contengono tantissimo zucchero, e soprattutto non hanno alcun beneficio. Il pane in cassetta confezionato, invece, pur essendo ultraprocessato, fornisce comunque un apporto di fibre, come ha spiegato il dottor Mendoza. Pur restando un alimento da evitare o comunque consumare con moderazione, non può essere paragonato a un hot dog.
Quel che è certo, spiegano gli esperti, è che limitando al massimo il consumo di questi prodotti si va sul sicuro. La carne ultraprocessata e le bevande gassate andrebbero eliminate del tutto secondo la dottoressa Mattei: l’argomento ha bisogno di molte più ricerche, ma sui danni correllati all’uso abituale di questi alimenti non ci sono dubbi.
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