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La ciambella romagnola non è una ciambella

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Non tutte le ciambelle riescono col buco. In Romagna, per esempio… Parafrasare il vecchio adagio è fin troppo semplice, ma è inevitabile per chi incontra per la prima volta la ciambella romagnola, che qualcuno chiama anche branzadela. Impasto duro, forma allungata come un filone largo e piatto, coperto di zuccherini. E soprattutto niente buco. Piuttosto, a caratterizzarla sono gli aromi: immancabile quello della scorza di limone, facoltativi gli altri, perché come ogni dolce domestico che si rispetti, di ricette ce ne sono praticamente quante le persone che lo preparano, di città in città, di casa in casa, ognuno ha la sua versione, orgogliosamente tramandata.

Che cos’è la ciambella romagnola

Per qualcuno ci va lo strutto al posto del burro (come nel bensone modenese o bassolano mirandolese), per qualcun altro ci sono entrambi i grassi, e poi liquore all’anice, vinsanto, oppure farina di mais o addirittura ricotta, come alla Sangiovesa, affascinante ristorante di Santarcangelo di Romagna, Tre Gamberi nella guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso. C’è chi poi ne fa una versione morbida, anche se quella tradizionale è compatta, biscottata, con la crosta croccante; un filone dolce da tagliare a fette, semplice per questo molto versatile: addirittura c’è chi lo sostituisce al pan di Spegna per preparare una variante rustica della zuppa inglese. Perché si presta all’inzuppo, nel tè o nel caffellatte la mattina, ma soprattutto nel vino – Albana dolce, Sangiovese o altro – a fine pasto.

La storia della ciambella romagnola

Tradizionalmente era parte della colazione di Pasqua, insieme alle uova sode e al salame, soprattutto nei tempi antichi, quando – prima dell’avvento di quelli domestici – veniva cotta nei forni di paese e dava il via a momenti di convivialità con tanto di gare tra le azdore per la versione più bella. A proposito di curiosità: pare che il nome derivi dal termine cymbula, che in latino vuol dire barcone, in riferimento alla forma bassa e larga.

Abbiamo chiesto a Roberto Rinaldini, dell’omonima pasticceria di Rimini, di darci la sua ricetta. Rinaldini, creativo, istrionico e sempre pronto a stupire, per questo dolce si attiene alla tradizione suggerendo però alcune varianti per arricchire l’impasto, aggiungere uvetta, gocce di cioccolato, canditi, frutta fresca. I più golosi dopo aver cotto la ciambella possono tagliarla orizzontalmente e farcirla con creme a scelta.

ciambella romagnola do roberto rinaldini

La ricetta della ciambella romagnola di Roberto Rinaldini

Ingredienti

  • Farina 0 – 210 W g 200
  • Zucchero g 100
  • Burro g 80
  • Uova g 80
  • Latte g 70
  • Lievito g 6,5
  • Scorza di limone n 1/2
  • Vaniglia in polpa g 1

Procedimento

  • Montare il burro con lo zucchero e gli aromi in planetaria per circa 10 minuti, poi incorporare le uova continuando a montare.
  • Setacciare farina con lievito e incorporarli all’impasto mescolando con una marisa, inserire alla fine il latte tiepido per dare la giusta densità all’impasto.
  • Impostare il forno a 160° gradi, stendere l’impasto a filone da 500 g circa lungo 25 cm e largo 10 cm formando una leggera montagnola nella parte centrale, spennellare con uovo e ricoprire di granella di zucchero.
  • Infornare per circa 20 minuti.
  • Servire con con Albana dolce oppure con crema pasticciera calda.
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Gambero Rosso

Scritto da Gambero Rosso

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