Operazione trasparenza per il vino europeo. Dopo sei anni di proposte, fughe in avanti e passi indietro, la riforma dell’etichetta è realtà. Se si guarda agli prodotti alimentari e alle altre bevande, possiamo affermare che il vino ha goduto fino a questo momento di una sorta di privilegio; quello di non indicare la lista degli allergeni e degli ingredienti in etichetta.
In etichetta cartacea solo calorie e allergeni
Niente da obiettare, quindi, sulla decisione della Commissione Ue di mettere fine a questa disparità. Nel mezzo ci son voluti sei anni per giungere al giusto compromesso, ma adesso è fatta: dall’8 dicembre 2023 anche il vino dovrà adeguarsi, sebbene le bottiglie già immesse sul mercato potranno tenere la vecchia etichetta. Di fatto, quindi, si può dire che l’obbligo generale scatterà solo dalla vendemmia 2024: un anno ancora per prendere le misure. Questa rivoluzione copernicana potrà, tuttavia, contare su un compromesso non da poco (portato avanti e ottenuto dalle associazioni di settore italiane ed europee): solo alcune informazioni andranno davvero nell’etichetta cartacea (a meno che la cantina non preferisca inserire tutto sulla bottiglia), tutto il resto potrà essere indicato tramite etichettatura elettronica a cui accedere tramite Qr-code. Le uniche due informazioni che necessariamente dovranno finire sulla bottiglia sono il valore energetico e gli allergeni.
Cento calorie per un bicchiere di vino
Nel primo caso si utilizzerà la lettera E (che sta per Energia) e ci si baserà un un’unità di 100 ml di prodotto, praticamente un bicchiere di vino che, dai nostri calcoli dovrebbe aggirarsi sulle 100 calorie. L’altro obbligo riguarda le sostanze che provocano allergie o intolleranze, siano essi ingredienti, additivi o coadiuvanti tecnologici (anidrite solforosa, bisolfito di potassio, albumina d’uovo, caseina; etc). Tutto il resto può finire nell’etichetta elettronica. Parliamo, quindi, della classica tabella nutrizionale con i dati espressi sempre sulla cosiddetta drinking unit (100 ml): quantità di grassi totali, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Informazioni che, secondo le associazioni di settore, avrebbero occupato ben oltre lo spazio di un’etichetta.
Le preoccupazioni dei produttori
Nonostante le deroghe, persistono le preoccupazioni dei produttori, già alle prese con una serie di problemi burocratici e con varie incognite legate al futuro (dall’Ocm alle alte giacenze fino alla riduzione dei consumi nei principali mercati di destinazione). Indubbiamente la nuova etichettatura – per quanto ormai inevitabile in un sistema che chiede trasparenza nei confronti dei consumatori – comporterà un ulteriore dispendio di tempo e denaro da mettere in conto. Non da ultimo preoccupano le reazioni dei consumatori che di fronte a ingredienti e calorie potrebbero ulteriormente allontanarsi dal vino. Processo, che in qualche modo, è già in corso senza che ancora questi riferimenti abbiano fatto la loro comparsa sulla bottiglia.
A mettere tutto in fila è il produttore pugliese Gregory Perrucci che, con il suo sfogo, dà voce alle preoccupazioni condivise del mondo vitivinicolo: “Prima i tentativi di classificare il vino come nocivo, poi le polemiche sul nutriscore, adesso si arriva alle etichette tutte uguali, piene zeppe di indicazioni e diciture sugli ingredienti, calorie, raccomandazioni per la salute. Tutte queste complicazioni, adempimenti burocratici, pastoie autorizzative, lunghi iter amministrativi vanno a pesare di più sui pochi gruppi nazionali o piuttosto si abbattono come macigni sulle centinaia di migliaia di piccole e medie aziende vitivinicole italiane, già provate da una crisi senza eguali dai tempi del metanolo?” E conclude: Che l’Europa abbia deciso di tagliare il vino credo sia ormai sotto gli occhi di tutti”.
L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 28 settembre 2023
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