“Al prossimo Vinitaly porteremo il connubio tra alta moda e vino”. Lo ha rivelato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, intervenendo all’Assemblea di Unione Italiana Vini, che si è tenuta a Roma nella sede di Confcommercio.
Dalle etichette fashion alle sfilate di moda
Durante l’incontro con focus sugli scenari vitivinicoli futuri – “Il mondo del vino che verrà. Scenari demografici e di consumo al 2040” – il Ministro ha ricordato la mostra realizzata nella scorsa edizione di Vinitaly, che ha portato in fiera il Bacco di Caravaggio e quello di Guido Reni. Sull’onda del successo dell’iniziativa ha, quindi, rilanciato per il 2024: “Il prossimo anno a Verona mi piacerebbe promuovere il Made in Italy mettendo insieme le grandi firme della moda e i grandi nomi del vino”.
È ancora troppo presto per capire come si concretizzerà l’idea di Lollobrigida, ma lo stesso Ministro ha ipotizzato una sinergia a livello di etichette con firme autorevoli della moda se non addirittura delle vere e proprie sfilate.
Il tutto, senza rinunciare al capitolo arte, aperto lo scorso anno con i due quadri di Bacco. “Stiamo già pensando ad altre opere d’arte da portare in Fiera”, ha detto lo stesso Lollobrigida.
Renzo Rosso: “L’esempio dell’alta moda”
A proposito di sinergia tra vino e moda, all’evento di Unione Italiana Vini è intervenuto anche l’imprenditore Renzo Rosso, imprenditore della moda e adesso anche di vino (con la holding Brave wine), che ha spiegato come il mondo vitivinicolo deve prendere esempio dalla moda e dal mondo del lusso, producendo meno ma più di qualità.
“Il vino deve tendere al mondo del lusso perché è lì che si fa più margine” ha detto Rosso “Credo nel posizionamento e in prodotti premium che consentono migliori marginalità e danno la possibilità alle aziende del settore di investire e lavorare in maniera più moderna. Inoltre, il vino deve fare un grande salto di visibilità: comunicare di più, social media, capsule, grafiche e bottiglie speciali, celebrities, eventi… bisogna creare quella coolness del vino, in cui oggi i francesi sono più bravi di noi, mentre noi abbiamo una ricchezza del territorio incredibile da valorizzare”.
Sul concetto di valore, è intervenuto il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “Il mondo che consuma vino non costruirà più la sua crescita sul volume, ma sul valore evocativo espresso dalle bottiglie: dal gusto all’esperienza, dal concetto di sostenibilità, al lifestyle. In questo quadro” ha aggiunto Frescobaldi “la filiera del vino dovrà incrementare la tendenza premium delle proprie proposte, ma anche rinnovare e razionalizzare un’offerta che oggi in diversi casi risulta fuori fuoco rispetto a una domanda in forte cambiamento, giovani in primis”.
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